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Il film del weekend: Amazing SpiderMan

Uscito in 900 copie, “The Amazing Spider-Man” di Marc Webb nella giornata del suo debutto ha superato, sul suolo nazionale, il milione di euro d’incasso

Il film del weekend:  Amazing SpiderMan

Poteva sembrare una follia quella di proporre ex novo il mito dell’uomo ragno a soli cinque anni di distanza dall’ultimo episodio della trilogia campione d’incassi firmata da Sam Raimi che lo ha avuto protagonista. Eppure questo coraggioso reboot di Marc Webb, giovane regista del grazioso “500 giorni insieme”, intrattiene davvero e convince. Nonostante evidenti imperfezioni, questa nuova operazione commerciale è un fresco ritorno alle origini del personaggio e cade proprio a festeggiare i cinquant’anni d’età del supereroe più amato della Marvel. E’ progettato come un teen-movie con parti uguali di romanticismo, azione, umorismo e un pizzico di dramma. Se poi, al fatto di alternare vari stili di regia, aggiungiamo che sfrutta dove serve le potenzialità del 3D, ecco spiegato perché possa aspirare a piacere ad un pubblico addirittura più vasto di quello del predecessore.

Coney Island. Peter Parker (Andrew Garfield) è un liceale che abita con gli zii fin da quando a sette anni d’età i genitori lo hanno abbandonato. Ha qualche problema col bullo della scuola e una sincera cotta per Gwen Stacy (Emma Stone), sua compagna di classe nonché figlia del capitano della polizia. Un giorno scopre in cantina dei documenti segreti appartenenti al padre e riguardanti un importante progetto di ricerca genetica. Decide allora di andare a conoscere l’ex collega del genitore, il dottor Curt Connors (Ryan Ifans); presso il laboratorio di quest’ultimo viene morso da un ragno radioattivo e sviluppa rapidamente straordinari poteri.

Rispetto al Peter Parker interpretato dal pallido Tobey Maguire nella trilogia di Raimi, questo appare sensibilmente più affine e somigliante al personaggio creato nel 1962 da Stan Lee. Inoltre Andrew Garfield, forte di una grande mimica facciale, rende bene la freschezza di un adolescente come tanti, diviso tra insicurezze, ribellioni e prime cotte. Questo Peter è imbranato, introverso e problematico, ancora ferito e arrabbiato per essere stato abbandonato da piccolo. Anche quando veste la maschera da supereroe, è semplicemente un apprendista uomo alle prese col desiderio di amare, lottare e fare la differenza. Ecco perché vince in empatia la sfida a distanza con l’interpretazione data da Maguire. Forse i puristi del fumetto obietteranno che si sia un po’ troppo attualizzato il personaggio dotandolo di onnipresenti skateboard e telefonino, ma è il prezzo da pagare per dare una rilettura personale e contemporanea di un mito già ampiamente ritratto. A deludere è però la costruzione del malvagio antagonista; Lizard, ossia il dottor Connors versione rettile, ha un aspetto grossolano ed è completamente privo di carisma. Da obiettare anche quanto il 3D, tranne che nelle scene più movimentate, lasci scoperta ben oltre la metà della pellicola. Ma è un film che ha il grande pregio di aver recuperato l’attitudine ironica di Spider-Man e di avergli dato una dimensione romantica credibile, grazie alla complicità dei due protagonisti innamorati anche nella vita.

Una dritta: non uscite ai titoli di coda, perché vi attende ancora una scena che avvalora in maniera intrigante l’arrivo di un sequel.

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