Il film del weekend: "Forever Young"

Fausto Brizzi spreca spunti interessanti nella solita pellicola d'intrattenimento fondata su un mix di attualità, gag, belle donne e sfumature vintage

Il film del weekend: "Forever Young"

Nei dieci anni trascorsi dal suo trionfale esordio alla regia con "Notte prima degli esami", Fausto Brizzi ha girato vari film ma, in occasione dell'uscita di "Forever Young", sua ultima fatica, ci ha tenuto a dichiarare che era dal periodo di "Ex", titolo del 2009, che non sentiva un'opera così sua. A fine proiezione è evidente che la poetica da lui maturata in tutto questo tempo non può fare a meno del suo imprinting da sceneggiatore di cinepanettoni.

Brizzi gira un instant movie in cui ritrae il mondo così come si è rapidamente trasformato: un luogo in cui gli adulti sono una specie in via di estinzione. C'è un'umanità, schiava del giovanilismo imposto dai media, il cui diktat fondamentale è mantenere l'efficienza del corpo opponendo ogni resistenza possibile all'avanzare dell'età. La maggior parte di questi individui, si capisce presto, più che non voler invecchiare, si è deliberatamente rifiutata di crescere. La gamma di immaturi 2.0 del film è ben assortita. Franco (Teo Teocoli) è un avvocato sessantenne appassionato di sport che non vuole appendere le scarpe da ginnastica al chiodo, nonostante i problemi di salute e le preoccupazioni a riguardo di sua figlia Marta (Claudia Zanella) e del genero Lorenzo (Stefano Fresi). Angela (Sabrina Ferilli) è un'estetista quarantanovenne che accetta il consiglio di Sonia (Luisa Ranieri), allacciando una relazione con un toy-boy, salvo poi scoprire che si tratta proprio del figlio dell'amica. Il decano deejay Diego (Lillo) viene rimpiazzato in radio da un giovanissimo concorrente (Francesco Sole). Infine Giorgio (Fabrizio Bentivoglio), neocinquantenne, tradisce la compagna, l'ambitissima ventenne Marika (Pilar Fogliati), con una coetanea poco appariscente, Stefania (Lorenza Indovina), che gli fa sentire giovane il cuore.

Di queste quattro storie alcune restano sbiadite, come quella con protagonista un sottoutilizzato Teo Teocoli, altre avrebbero avuto lo spunto, se approfondite, di reggere il peso di un intero film, come quella con Bentivoglio mattatore. Lillo ha a disposizione più scene degli altri perché è a lui che viene affidata quasi per intero la vis comica della pellicola, mentre la Ferilli ha il ruolo con maggiori sfumature recitative. Si ride in tante occasioni, la vista è allietata da diverse belle donne e, in un paio di momenti, ci si emoziona e ci sente coinvolti sulle note dell'immortale "Total Eclipse of the Heart" di Bonnie Tyler. Peccato però che i personaggi, rimanendo uguali a se stessi, più che preservare la loro integrità fisica si guastino moralmente: non c'è evoluzione, sono talmente irrecuperabili nella loro grottesca ricerca della giovinezza perduta che la loro meschinità senza appello immalinconisce. Brizzi sembra salvare soltanto, tra i protagonisti, quello interpretato da Sabrina Ferilli e poi, attraverso alcuni comprimari, la categoria dei giovani.

Da un lato manca la ferocia fertile di certe commedie di Monicelli e Risi cui il regista dice di essersi ispirato, dall'altro una luce in fondo a quel tunnel esistenziale che "Forever Young" descrive in maniera tanto burlesca.

In sostanza, tra il pubblico saranno in molti a divertirsi ma, stavolta, ci sarà anche chi avrà la consapevolezza di farlo in modo un po' sterile e, tra una gag e l'altra, complice la claustrofobica mancanza di sviluppo delle vicende raccontate, rischierà di intristirsi.

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