Il film del weekend: "Step Up All In"

Il quinto capitolo della saga dance più amata dai teenager offre divertimento, energia e freschezza, senza dimenticare di insegnare il potere della determinazione

Il film del weekend: "Step Up All In"

La formula "Step Up" è oramai più che collaudata e la saga presenta film che sono praticamente variazioni sul tema, eppure è indubbio che il fascino che questi prodotti esercitano, soprattutto sul pubblico degli adolescenti, resti immutato.

Il cuore di questo inossidabile appeal è probabilmente nell'energia tonificante e catartica che permea numeri di danza cuciti assieme grazie ad una trama che accenna ad amore, passione, lealtà e amicizia.

Nel quinto film, "Step Up All In", appena uscito nelle sale italiane, i Mob, crew di ballerini di street style, si sono trasferiti a Los Angeles in cerca di fortuna ma, provino dopo provino, si trovano sempre più avviliti. Una volta rimasti senza un soldo decidono di desistere e di tornare a Miami, abbandonando il loro leader, Sean (Ryan Guzman), che non condivide la resa, convinto valga la pena di insistere ancora. Per sopravvivere il ragazzo finisce a fare lavoretti di manutenzione alla sala da ballo dei nonni di Muso (Adam Sevani), finché un giorno scopre l'esistenza di "The Vortex", un talent televisivo che mette in palio un contratto di tre anni a Las Vegas. Sean decide di partecipare e, allo scopo, mette insieme un nuovo gruppo che si troverà a competere con altre crew tra cui gli stessi Mob.

Abbandonati gli abbaglianti flash mob della pellicola precedente in favore di coreografie ambientate in set più circoscritti, "Step Up All In" ha comunque nel ballo il suo assoluto protagonista. La novità più significativa è che nella storyline, abbozzata come sempre, i personaggi vengano messi di fronte a problemi legati alla prima età adulta come la precarietà del lavoro. Vivere del proprio talento è quello per cui lottano i ragazzi coinvolti, ma va sottolineato che hanno la maturità di non sacrificare a quel miraggio le certezze conquistate; (non a caso il ballerino Muso fa di tutto per non vedere compromesso il suo impiego di ingegnere e la solidità familiare raggiunta con la sua compagna).

La recitazione è quella che è, i dialoghi appaiono un po' stanchi e l'introspezione psicologica è blanda, eppure il prodotto nel suo complesso funziona, i teenager si emozionano e si trovano di fronte a numerosi messaggi positivi: primo tra tutti, quello che servano cuore e sudore per costruirsi qualcosa nella vita e poi l'invito a non lasciarsi scoraggiare quando ci si scontra con slealtà e corruzione.

Anche se da un punto di vista cinematografico i limiti sono evidenti, è impossibile non consigliare una pellicola che, attraverso appariscente divertimento, regala input edificanti per la personalità in formazione dei giovani spettatori cui si rivolge.

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