nostro inviato a Dogliani (Cn)
«Tornare in Rai? E se poi arriva Rocco Casalino e dice via questo, via quest'altro, io che faccio, butto tutto via?». Un Fiorello in forma strepitosa fa sganasciare dalle risate il pubblico straripante accorso ad ascoltarlo al Festival della tv in corso a Dogliani, nelle Langhe. Perché la domanda è sempre quella. «Quando torni in tv?» lo incalza sul palco Aldo Grasso, il critico televisivo del Corriere della Sera. «Quando torniiii?» gli fa eco la platea all'unisono. Dopo tante Edicole via web e Ore del Rosario in radio, da anni il mattatore è atteso con un nuovo show sul primo canale. «Ma io sono uno pigro. Non ho voglia di pensare. Ho fatto la radio solo perché mi posso collegare da casa... E l'edicola ce l'avevo nella stessa strada mia. E poi sono vecchio, ho 58 anni, devo fare pipì ogni 15 minuti. Anzi non mi immaginavo che fosse vera 'sta cosa della prostata... non sapete che mi è successo dall'urologo...».
Comunque, scherzando scherzando, Fiore fa capire che ha sciolto le riserve, che dopo il lungo corteggiamento dei vertici di Raiuno, ha deciso finalmente di tornare. Però teme, tra il serio e il faceto, il possibile cambio dei direttori Rai nel caso, alquanto improbabile, che si possa formare un governo 5 Stelle (ecco il riferimento a Casalino portavoce pentastellato) o qualcosa di simile, e il conseguente possibile ribaltamento dell'azienda di Stato, come del resto ha fatto intendere Di Maio. «Lo sapete, no? che i direttori sono lì sulla porta... li chiamo i direttori con il trolley... poi che faccio, parlo con un direttore, facciamo queste riunioni fiume e poi me ne trovo un altro? Arriva il toy boy di Orietta Berti e tutto cambia. No, no così io vado in ansia».
Scherzi a parte, il programma è atteso in novembre, Fiore ha già scelto la serata preferita: il lunedì, ma basterebbe mandare in onda lo show di ieri a Dogliani per avere pronto un pezzo della trasmissione. «Io sono così, porto in scena quello che sono, racconto alla mia maniera quello che mi succede nella vita, non faccio un programma specifico, mi metto lì e convoco i miei amici».
Rosario, un'ora prima, era entrato in scena come un turbine: «Ciao ragazzi, scusate, devo fare in fretta perché lunedì ho le consultazioni con Mattarella, sapete tra siciliani... mi ha detto vieni tu che mi sono rotto la minchia: de maio in peggio...». E poi aveva cominciato con il suo gioco preferito, le chiamate in incognito. «Ragazzi ho tutti i numeri, se a qualcuno serve un numero chiami me». Fa il numero di Linus che risponde subito. «Ciao, sei in bici?», «Ora no, ma stamattina ho fatto cento chilometri». Poi è la volta di Urbano Cairo, il patron de La7 e del Corriere della Sera: «Ciao sono qui con uno dei tuoi ragazzi, Aldo Grasso... mi raccomando con il Toro, metteteci impegno, non vi scansate». Vuol provare anche con Morandi, «ma lui a quest'ora (sono le 19) è già a letto...». Cerca di coinvolgere Baglioni, ma non risponde, allora legge un suo ipotetico whatsapp, di quelli sdolcinati, tra mare, sole, gabbiani, amore. Praticamente sembra di tornare a Sanremo: «Basta metterci sotto la musica e finisce subito in top ten». «Ah, a Sanremo mi sono divertito moltissimo, incontravo un Pooh ogni cinque minuti, mi giravo e ne vedevo uno, mi giravo e ne vedevo un altro».
Poi è Mario Orfeo, il direttore generale Rai a chiamare e Fiore prontamente risponde: «Pronto, carabinieri di Dogliani...». Insomma, lo showman è pronto a tornare in pista. «Ma non mi farò pagare eh. Se no i giornalisti cominciano a scrivere quanto guadagno e che è una vergogna e che sono soldi pubblici...
ma a me questa cosa mi fa impazzire, in Italia se uno fa spettacolo si pensa che non faccia un lavoro vero, che non debba guadagnare, allora lo stipendio io non lo chiedo... Tanto in Rai stanno già facendo tante cose nuove: Rischiatutto, La Corrida, poi ci sarà Portobello... Oh il primo che mi dice che faccio i programmi sempre uguali, mi arrabbio». A presto, Fiore, bentornato...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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