FuoriSerie

Alla base c'è un plot che ormai è stato sfruttato più volte. Vi ricordate il film Ricomincio da capo (1993) con Bill Murray dove un meteorologo dal cattivo carattere rivive sempre la stessa giornata? Oppure Auguri per la tua morte (2017) in cui una studentessa continua a rivivere il giorno che precede il suo assassinio? Oppure anche l'italianissimo È già ieri (2004) con Antonio Albanese? Ecco, la trama di Russian Doll, uno degli ultimi prodotti di Netflix, non si discosta molto dal canovaccio. Nadia, una progettista di videogiochi, sta festeggiando il suo trentaseiesimo compleanno a casa di un'amica. Se ne va dalla festa dopo aver rimorchiato un tipo giusto per una sveltina, poi esce di nuovo dal suo appartamento, le sembra di vedere il suo gatto, che manca da casa da tre giorni, ma mentre cerca di acchiapparlo... sbam: un taxi la investe. Però a quel punto si ritrova nel bagno in cui era all'inizio della festa e tutto ricomincia. Ma se non c'è niente di nuovo, perché guardare la serie? Per come Natasha Lyonne ha interpretato il ruolo della protagonista. Questa attrice, dalla carriera lunga ma complicata da un sacco di guai esistenziali, riesce a dare un notevole spessore al personaggio della newyorkese schizzata e cinica, ma al contempo fragile e umana.

Alla fine il loop tremendo in cui è incastrata costringerà Nadia a fare i conti con se stessa e con gli altri e sembra quasi, per forza espressiva, che l'attrice (che è anche produttrice) nel rendere il personaggio ci abbia messo molto di personale. Ma a volte, parafrasando un vecchio slogan femminista, il personale è la trama (migliore).

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