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Goliath 3: rinascita di una serie tv e autorevoli influenze

Goliath 3 strizza l’occhio a David Lynch e Nicolas Winding Refn per un risultato che torna positivo dopo la stagnazione della seconda stagione

Goliath 3: rinascita di una serie tv e autorevoli influenze

Il terzo capitolo di Goliath è una ventata d’aria fresca dopo una seconda stagione a tratti noiosa.

Goliath, la serie tv legal drama creata da David E. Kelley per Amazon Prime Video, con protagonista il premio Oscar Billy Bob Thornton, a partire dal 4 ottobre è tornata con i suoi nuovi episodi. La prima stagione ci aveva presentato una storia non troppo originale ma con molto appeal, cioè la vita dissipata dell’avvocato protagonista Billy McBride. Il “solito” alcolizzato perennemente al bancone del bar che non si smentisce mai, intrappolato in una spirale autodistruttiva. Con il tempo la svolta: non un totale ravvedimento ma quantomeno una dimostrazione che, in fondo, la stoffa del principe del foro c’è ancora. Ed ecco che la prima stagione di Goliath, per quanto in parte scontata, ha conquistato il pubblico grazie soprattutto al suo interprete principale, Billy Bob Thornton, che dopo il Golden Globe per Fargo si porta così a casa un secondo premio come migliore attore nel 2017.

La seguente stagione fu un passo falso. La trama si rinnovava in poco, veniva inserita una storia d’amore senza rifletterci troppo e il risultato non ha quindi soddisfatto chi ha apprezzato i primi episodi. Con la terza stagione Goliath era quindi chiamata ad una svolta e il cambiamento per fortuna è arrivato. I recenti otto episodi infatti portano una nuova veste alla serie. Anzitutto non siamo più a Los Angeles ma siamo nell’entroterra californiano e la storia di questo nuovo caso legale parte con Sherilyn Fenn e il suo personaggio, Bobbi. Nel cast, oltre a ritrovare l’ex socio Donald Cooperman (William Hurt), vediamo, anche se con ruoli decisamente ridotti rispetto al passato, la figlia di Billy, Denise (Diana Hopper) e Brittany Gold (Tania Raymonde). Sempre importante invece, per “necessità lavorative” e non solo, Patty Solis-Papagian (Nina Arianda). New entry sono invece Dennis Quaid, Amy Brenneman, Beau Bridges e Graham Greene.

Il nuovo caso legale che viene affrontato ha a che fare con il passato del nostro protagonista. Bobbi, amica di Billy dei tempi dell’università, vive nella Valley californiana insieme al marito Gene. I loro risparmi sono stati investiti in un’attività agricola, ma i ricavi fanno fatica ad arrivare. La concorrenza è agguerrita e, come se non bastasse, l’acqua per le colture scarseggia. Preceduta dalla visita di un minaccioso corvo, simbolo di questa stagione, Bobbi muore improvvisamente dopo che il terreno le frana sotto i piedi. L’aridità causata dall’assenza di acqua nel sottosuolo ha provocato un cedimento. Il marito chiama quindi lo storico amico della moglie, l’avvocato Billy McBride, affinché accerti un'eventuale responsabilità di terzi e faccia giustizia.

Nel ruolo di Bobbi vediamo Sherilyn Fenn, famosa soprattutto per essere stata Audrey Horne in Twin Peaks. Quello che potrebbe essere un semplice nuovo ruolo per l’attrice, dopo alcuni episodi risulta invece essere uno dei tanti riferimenti che Goliath fa alla storica serie tv di David Lynch. Altri “indizi” sono: la scena di Billy davanti ad uno specchio che richiama la famosa sequenza dell’Agente speciale Dale Cooper a conclusione della stagione 2, la presenza dei gufi, di cui uno di ceramica regalato proprio a Billy, il quale può trovare spiegazione nel titolo dell’episodio di Twin Peaks “I gufi non sono quello che sembrano” ed infine il ricordo, quantomeno estetico in alcuni punti, del compianto Harry Dean Stanton con il personaggio interpretato da Griffin Dunne (Gene, il marito di Bobbi). Ma i riferimenti possono essere fatti anche ad un altro regista: Nicolas Winding Refn. Nel suo cinema e nella recente serie tv Too Old To Die Young, possiamo individuare, tra le caratteristiche principali, sequenze particolarmente lunghe e luci al neon, aspetti che ricorrono in Goliath come nel sopra citato Lynch. Inoltre, con il regista di Solo Dio Perdona, si può trovare un importante parallelismo guardando al personaggio di Amy Brenneman ed al rapporto che questa ha con i figli.

Le autorevoli influenze ci portano a valutare in positivo la terza stagione di Goliath. La qualità rispetto al passato si è innalzata: meno classico legal drama, goliardia dovuta all’alcol ridotta all’osso e più spazio all’introspezione del protagonista, alle indagini in chiave lynchiana ed alle relazioni oscure di una famiglia in chiave refniana. Bastano pochi episodi per capire di essere di fronte ad una serie tv assolutamente diversa rispetto a quella vista nella stagione precedente, una sorta di reboot. La stessa centralità di Billy Bob Thornton viene meno.

È la trama, più interessante e cupa rispetto al passato, che diventa il fulcro del successo di Goliath.

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