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Goliath, la seconda stagione non convince

Dopo una prima stagione molto interessante, la seconda stagione di Goliath delude le aspettative: il solo Billy Bob Thornton non basta

Goliath, la seconda stagione non convince

Nella seconda stagione di Goliath viene rispettato ancora il principio base della serie: la difesa dei più deboli contro nemici insormontabili.

Nei primi otto episodi il team legale più improvvisato dei legal drama, con Billy McBride (Billy Bob Thornton) e Patty Solis-Papagian (Nina Arianda), duella nelle aule di tribunale - e non solo - contro uno studio legale internazionale e un’industria delle armi. Nei successivi otto episodi invece la controparte è la pubblica accusa che, ignara di come si siano svolti realmente i fatti, si accanisce contro Julio Suarez, giovane ispanico ritenuto responsabile di duplice omicidio. Il vero nemico però è il cartello messicano e un sistema politico corrotto.

Come nella prima stagione anche qui viene inserita una componente sentimentale per il protagonista Billy McBride. Se in passato abbiamo perdonato a Goliath l’incapacità di trattare questo argomento, nella seconda stagione la carenza diventa abbastanza evidente. Non solo, anche a livello di trama generale la serie si è innovata poco. Billy è ancora un alcolizzato con difficoltà familiari, ciò nonostante preferisce occuparsi dei problemi altrui e di un amore che fin da subito appare strano, piuttosto che della figlia che rischia di prendere le sue orme al bar.

Nel complesso la seconda stagione di Goliath ricorda a tratti Breaking Bad, per alcuni momenti lenti ma significativi, complice anche la presenza della criminalità messicana. Questi due elementi in particolare si vedono con il settimo episodio, Diablo Verde, il migliore della seconda stagione.

Se con il finale della prima stagione si era giunti ad una conclusione senza cliffhanger che lasciava tutti soddisfatti, con la conclusione dell’ottavo episodio si rimane con l’amaro in bocca e alcune questioni sono lasciate in sospeso. Forse questo a ragion veduta, preparando del materiale già per il terzo capitolo della serie.

Il ritorno di Goliath è stata una soddisfazione a metà, questo perché buoni sono gli ingredienti della serie, ma senza che siano valorizzati nel loro proseguo. Si rimane con il fiato sospeso fino alla fine, in attesa di un asso calato al momento opportuno da parte del protagonista; cosa che, purtroppo, non avviene.

La giustizia raccontata in Goliath rispecchia la realtà: non sempre si può vincere. Nella prima stagione la giustizia si identifica con l’interpretazione del suo protagonista: lenta, ma inesorabile. Nella seconda stagione viene mantenuta la stessa velocità nella narrazione, ma con un risultato insoddisfacente. Giudizio che rispecchia la valutazione complessiva degli ultimi episodi.

Questa volta non è bastato Billy Bob Thornton per garantire il successo di Goliath.

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