di Alessandro Gnocchi
I l ministro dell'Interno Matteo Salvini, accogliendo una richiesta partita domenica dal Giornale, ha dichiarato ieri a Quarta repubblica, talk show condotto da Nicola Porro su Rete 4, che non solo insisterà per l'estradizione dei terroristi rossi latitanti ma metterà anche a disposizione degli studiosi i documenti relativi agli anni di piombo. Potrebbero essere carte importanti per gli storici, che dovranno valutarle con attenzione. Possono essere vere o false. Possono raccogliere una parte della verità e possono farlo in buona o cattiva fede. Intanto è cruciale poterle inventariare e capire: troppi legacci burocratici, nel corso dei decenni, sono stati annodati al punto da renderle inaccessibili. La consultazione potrà contribuire a fare luce su fatti (e persone) rimaste nell'ombra: gli agenti di influenza infiltrati dal Kgb ai massimi livelli della classe dirigente italiana; i referenti politici ed economici del Kgb all'interno del Pci; gli agenti di influenza infiltrati dalla Cia ai massimi livelli del Pci; l'ampia zona rossastra costituita da chi faceva da tratto d'unione affinché terroristi e Stato o terroristi e Pci potessero parlarsi; il peso dei servizi segreti di Stati del Patto di Varsavia in alcuni snodi fondamentali della storia italiana, dal rapimento di Aldo Moro all'attentato a Giovanni Paolo II. In ogni caso, qualunque sia il contenuto dei documenti, la nostra speranza è che si racconti la verità, fin dove possibile, sugli anni terribili della Guerra fredda, senza spirito di parte. In Italia, questo significa contendere l'esclusiva della narrazione alla sinistra post comunista, che si sente l'unica interprete autorizzata della Storia. L'abbiamo vista in opera nei giorni successivi all'arrivo di Cesare Battisti in Italia e francamente ci ha fatto paura la sfacciataggine con la quale editorialisti e commentatori hanno cercato, contro ogni evidenza, di lucidare la storia opaca della sinistra di quegli anni. Sia chiaro: non abbiamo la verità in tasca e neppure pensiamo che la lunga vicenda del Pci si riassuma in quelle vicende o che la lotta armata fosse uno sbocco inevitabile.
Il ministro Salvini ha dato un grande segnale, che non riguarda solo i reduci o i parenti delle vittime. Riguarda tutti gli italiani. Ora tocca a noi verificare che alla promessa seguano i fatti. Per il resto, la parola passa agli storici.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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