Cultura e Spettacoli

«Guardiana», metafisica dell'amore

In giro per l'Italia la pièce di e con Francesca Merloni e Tognazzi

Giovanni Terzi

«Io sono già stata qui», dice Francesca Merloni, poetessa ed attrice, interpretando se stessa in Guardiana, lo spettacolo teatrale che, girando l'Italia, sta conquistando uno straordinario successo. Ogni sera in un teatro naturale diverso dove lo spettacolo, promosso e voluto da Lorenzo Zichicchi, affronta il tema dell'amore in un dialogo apparentemente metafisico tra donna e uomo che in realtà è la sintesi di ogni nostra esperienza umana. Se Francesca Merloni rappresenta la parte femminile dell'amore, Giammarco Tognazzi, in una mirabile interpretazione, ne è la parte maschile. I cinquanta minuti in scena sono accompagnati dalle musiche di Remo Anzovino che è riuscito nella difficile opera di amalgamare suoni e voci in un unico destino linguistico. Parlare d'amore ai giorni nostri potrebbe sembrare un ossimoro; i racconti amorosi vivono di sporadicità e di velocità spesso sul filo dei social. Così in Guardiana dove l'amore è vissuto, raccontato nella sua drammaticità ma anche nella levità di alcune espressioni. È la parola che accompagnata alla musica rende estatica l'aria attorno alla rappresentazione e dove, ognuno di noi, cerca quelle analogie «amorose» nella volontà di sentirsi parte e non solo spettatori di uno spettacolo teatrale. E nel poema della Merloni tante sono le assonanze con i nostri destini e la magia ed è bello ritrovarle man mano che il dialogo tra uomo e donna si declina.

Ognuno di noi è, vittima e carnefice dell'amore e, vedendo Guardiana a teatro, comprendiamo ancora meglio come la nostra vita dipenda quasi esclusivamente dalla parola «amare».

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