The Handmaid's Tale terza stagione: "benedetta sia la lotta"
8 Giugno 2019 - 01:00The Handmaid's Tale, serie tv distopica con protagonista Elisabeth Moss, torna con una terza stagione all’insegna della rivolta
The Handmaid's Tale, la serie tv di Hulu, disponibile in Italia su TimVision, riparte dal 6 giugno con la terza stagione, decisiva per la storia di June Osborne/Difred, interpretata ancora da un’eccezionale Elisabeth Moss.
Nei nuovi 13 episodi vedremo la resistenza delle Ancelle, e non solo, che si farà sempre più determinata. Il mondo distopico raccontato nelle prime due stagioni potrebbe quindi subire un ribaltamento con una presa di coscienza non più circoscritta a Difred o alla compagna Emily (Alexis Bledel).
The Handmaid's Tale ormai è un successo acclarato: la critica pressoché unanime, i riconoscimenti ai Golden Globes e gli Emmy lo certificano. Basata sul romanzo di Margaret Atwood “Il racconto dell’ancella”, la serie, a partire dalla seconda stagione, si è distaccata da libro, mantenendo tuttavia coinvolta la scrittrice. Nella prima stagione abbiamo esplorato la società di Gilead, nella seconda invece abbiamo visto le prime concrete ribellioni e fughe, fino ad una coesione tra le Ancelle affiancate da possibili alleati, come per la signora Waterford o il Comandante Lawrence.
“Eresia: per questo ti puniscono. Non perché fai parte della Resistenza, perché ufficialmente non c’è resistenza. Non per aver aiutato qualcuno a scappare, perché ufficialmente non c’è una via di uscita. Ti impiccano perché sei un eretico, non un martire”. Così June dichiara guerra a Gilead e alla sua oppressione.
Lo showrunner Bruce Miller presentando il nuovo capitolo di The Handmaid's Tale ha detto: “Se la prima stagione riguardava la sopravvivenza e la seconda la maternità, la terza riguarda davvero la lotta”.
Nei nuovi episodi quindi il tema centrale sarà la ribellione: June ha deciso di non scappare in Canada, vuole restare per ricongiungersi con la figlia Hannah e distruggere dall’interno quella dittatura che ha separato la sua famiglia e relegato le donne al ruolo di incubatrici.