Però lei non cambia mai. Aggressiva e materna. Rockettara ma tradizionalista. Qui al Medimex sempre più crocevia della musica popolare, Gianna Nannini ha presentato il suo nuovo disco che è un discone con 32 brani nella versione standard e 45 in quella deluxe arrivate ieri nei negozi con un titolo che la dice lunga: Hitstory: «Racconto così la mia favola» che, detto per inciso, è lunga quattro decenni. In poche parole, è un disco autobiografico con i suoi brani più significativi, un remake (l'amata/odiata Un'estate italiana), una curiosa collaborazione con Michelangelo Pistoletto nella galleria fotografica «GiocaGianna», cinque inediti e un ineditissimo: la versione originale di Ciao amore ciao di Luigi Tenco che la Nannini canta con il testo originale (a sfondo pacifista) che avrebbe dovuto essere portato al Festival. Tenco accettò controvoglia le modifiche imposte dai discografici e poi a Sanremo andò come andò. Ora David Zard, che collaborava con il cantautore ed è il nuovo manager della Nannini, ha tirato fuori dai ricordi quella versione: «È stato un bel modo di iniziare questa mia nuova fase», dice lei che, come al solito, parla più veloce della luce.
Scusi, cara Gianna Nannini, allora non è un caso che il primo inedito si intitoli Vita nuova e sia stato scritto con Pasquale Panella.
«Ennò, quando ho interpretato per la prima volta le sue parole mi si sono aperte le corde vocali, questo è il mondo musicale che voglio».
Vita nuova è anche il titolo della prima opera certa di Dante Alighieri.
«Non è un caso, sto vivendo il mio dolce stil novo e dovremmo stilnovizzarci tutti. Io sono una forza del passato, per parafrasare Pasolini. Ma cammino verso il futuro».
Come?
«Questi brani sono un'anticipazione del prossimo disco, che uscirà a fine 2016 oppure nel 2017. Avrò suoni più scarni, vorrei dire che saranno meno rock ma ho paura di far torto al rock. Diciamo che sarò più acustica, più mediterranea, con meno chitarre elettriche».
Però uno dei brani inediti è Amandoti dei Cccp di Giovanni Lindo Ferretti, non proprio campioni del rock acustico.
«Siamo andati a trovarlo lassù sugli Appennini dove vive. Canto già questa canzone dal vivo e al mio pubblico piace da morire».E continuerà a collaborare con Panella?«Sì voglio approfondire la ricerca sulle parole perciò lavoro con lui, con Pacifico, con Isabella Santacroce che in Hitstory ha contribuito a Tears».
Invece Ninna Nein è stata suggerita da sua figlia.
«È la terza ninna nanna che scrivo nella mia vita, la prima che scrivo da mamma. Alla sera racconto favole a mia figlia, talvolta aggiungendo episodi della mia vita, come quando sono scappata di casa per continuare a cantare. Lei un giorno accompagnava la mia voce con una sorta di cantilena che faceva proprio nein nein e da lì è nata la canzone (ma occhio non c'entra nulla con il nein tedesco)».
Oggi la tecnologia spesso appiattisce i suoni dei dischi. Lei invece fa il contrario e cerca un calore sempre più raro.
«Mi piace registrare come si faceva una volta, in modo vintage, con gli strumenti veri, gli archi degli Abbey Road Studios eccetera. Visto che siamo in Puglia, diciamo che voglio fare i dischi con le stesse attenzioni che qui si usano per cucinare le orecchiette con le cime di rapa». (ride, ndr).
Nei concerti non è così facile rimanere fedeli a questa
lezione.«Difatti voglio suonare soprattutto nei teatri, con una sezione ritmica, otto archi, tre coriste. Inizierò al Lingotto il 20 e 21 marzo, sarà una bella dimostrazione dal vivo del mio ritrovato dolce stil novo».
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