"Ho usato lingua, denti, tutto. Hai riso. Mi stavi volendo bene"

Ragazzi e ragazze raccontano le loro esperienze Una tenera galleria di approcci alla maggiore età

"Ho usato lingua, denti, tutto. Hai riso. Mi stavi volendo bene"

Me lo hai rubato. Non vale. Io non volevo. E le tue labbra premute sulle mie erano come gelatina di pollo, bava di lumache sul selciato in agosto. Quel bacio non lo volevo. Tu l'hai rubato. Sei un ladro d'amore e chi ruba l'amore raccoglie dolore, come diceva sempre mia nonna Giulia. Ora io bacio le mie labbra riflesse allo specchio. Sto lì a sfregare il freddo del cristallo, che non si scioglie come la tua gelatina di pollo. Mia madre l'altro giorno mi ha scoperta lì, appiccicata allo specchio del bagno. Prima ha riso. Poi è andata di là e ha chiamato mio padre. «C'è un problema»: ha cominciato con queste tre parole la sua telefonata. C'è un problema, appunto: là fuori qualcuno ruba i baci. Ma questo i miei non lo sanno. Dategli una pena esemplare. E se fanno come hanno fatto a me, che mi hanno rubato il primo bacio, magari dategli anche la pena capitale. Io intanto, per contrappasso, continuerò a baciarmi contro lo specchio del bagno e non mangerò più pollo.

Non sapevo dove si mettessero le labbra, né se la lingua andasse fuori o dentro. L'avevo cercato per giorni su Google. Ma le istruzioni erano tutte uguali e tutte diverse. Mi ero convinto che avrei dovuto trovare la mia maniera. Che se era mia, su Google ancora non l'avevano scritta. Già, ma nemmeno io sapevo quale fosse. Poi ho sentito il tuo profumo. Era come fragola e cannella, tutte mescolate, tutte insieme. Forse era semplicemente l'aroma della gomma che avevi in bocca. Ho usato la lingua, le labbra, i denti, tutto. Hai riso, ma non mi stavi prendendo in giro. Mi stavi volendo bene. Poi hai detto: «Stai fermo, che faccio io». Hai fatto tu. Non facevo niente, ed è successo tutto. Adesso non so se la prossima volta devo usare la tua ricetta o la mia. Mandami un sms e dimmi tu cosa preferisci.

«Mi baci?». «Manco morta». «Lo sai che ti amo». «Appunto, proprio perché lo so, mi difendo da te che vai troppo veloce». «Allora, quando mi bacerai?». «Quando sarà il momento». «Il momento è adesso». «No, ora non è il momento». «Allora domani». «Non lo so: quando è il momento è il momento, non puoi dirlo prima, al massimo puoi dirlo dopo, che era il momento, quando è passato e tu non ne hai approfittato». «E allora se fosse stato ieri e non ce ne fossimo accorti?». «Se non ce ne siamo accorti, non poteva essere ieri». «Uffa». «Uffa lo dico io». Perciò taccio. E nel silenzio, senza nemmeno una parola, tu senti che è arrivato il momento. Così mi baci. E io resto lì. Ecco, è successo. Perché prima no e adesso sì? Perché tu puoi dire quando è il momento e io no? Perché se lo senti tu, allora è, e se lo sento io, non è? Dovrei andarlo a dire in giro? Dovrei scriverlo su Instagram? Parole, domande, silenzi, momenti: quanta roba nel mio primo bacio. Troppa roba.

Con Luca no perché ha gli occhiali. Con Paolo no perché ha i brufoli. Con Tiziano no perché ha i piedi grandi. Con Giovanni no perché suda troppo. Con Roberto no perché sua sorella è troppo antipatica. Con Camillo no perché è insistente. Con Graziano no perché è timido. Con Michele no perché le ha già baciate tutte. Con Luciano no perché tutte lo vogliono baciare e lui invece non vuole baciare nessuno. Non posso dare il mio primo bacio perché non c'è nemmeno un ragazzo che valga la pena.

Il mio primo bacio corrisponde a un momento molto importante della mia vita, come penso per tutti i ragazzi adolescenti, quindi quindici anni. Ed è appunto la gita di terza media. Ero a Firenze in un albergo bellissimo. Una sera, noi ragazze eravamo scappate tutte nella camera dei ragazzi di nascosto dai professori, nascondendoci con il cuore che palpitava per paura di essere beccati. E lì, nella camera dei ragazzi, mi ricordo che c'era questo Davide che mi piaceva un sacco, e lì ci fu il primo bacio.

Al momento non mi è sembrato niente di speciale, poi quando ho pensato al fatto che erano anni, da tutto il periodo delle medie, che mi piaceva tantissimo questo ragazzo, sono andata veramente in ecstasy, è stato bellissimo.

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