How to make it in America, la commedia dolce-amara arriva (finalmente) in Italia

La città di New York fa da sfondo a un racconto amaro su una gioventù in cerca di successo. In Italia a 10 anni dal debutto negli Usa arriva How to make it in America

How to make it in America, la commedia dolce-amara arriva (finalmente) in Italia

Le serie tv, che siano americane, inglesi, italiane o di qualunque altra nazionalità, sono lo specchio della realtà in cui viviamo. Rappresentano uno spaccato di vita, riletto attraverso delle vicende di pura fantasia. Che sia un racconto contemporaneo o un a ricostruzione storica, le serie tv – qualunque essa siano – non passano mai di moda. Questo discorso calza a pennello nel momento in cui parliamo di How to make it in America.

Lo show americano che è andato in onda sulla HBO dal febbraio del 2010 al novembre del 2011, per un lungo periodo di tempo è rimasto dimenticato nell’Elisio delle serie tv, fino a quando, 10 anni dopo, tutti i 16 episodi prodotti sono stati acquistati da Sky, per una trasmissione dal 23 aprile 2021, prima sul canale di Sky Atlantic e poi in streaming su Now Tv. È una serie datata, questo è vero. Eppure è schietta e sincera proprio come lo era in passato. In 10 anni il mondo è cambiato, come è cambiata la società e come sono cambiati gli assetti politici, eppure How to make it in America ancora oggi è visivamente potente e drammaticamente reale. È una comedy ma è anche un drama. È un racconto generazionale ma è anche una storia di formazione. La serie sviluppata da Ian Edelman è un piccolo (ma grande) cult e ora vi spieghiamo il perché.

"Come farcela in America?" Lo racconta la serie tv della HBO

Prodotta da Mark Wahlberg, attore e divo della musica rap a inizio degli anni ’90, la serie si focalizza sulla vita di Ben (Bryan Greenberg) e Cam (Victtor Rasuk). I due protagonisti sono belli, sono disamorati, sono poco più che ventenni e si muovono con agilità nel sottobosco della Grande Mela, rincorrendo il sogno americano di sfondare nel mondo della moda newyorkese. Non è facile raggiungere i propri obbiettivi, soprattutto quando i due amici non hanno conoscenze nell’ambiente e non hanno un fondo a cui attingere. Nonostante le difficoltà, sia Ben che Cam, non hanno nessuna intenzione di gettare la spugna. Vivono di espedienti, e in questa missione quasi impossibile, sono aiutati da Domingo (Scott Mescudi) e Rene (Luis Guzman), cugino di Cam con le mani in pasta nella malavita di quartiere.

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Sullo sfondo resta la città di New York con tutta la sua bellezza e tutte le incredibili contraddizioni. New York è una città che non perdona. Non regala mai una seconda possibilità e, uscire fuori dal ghetto per camminare a testa alta sulla Fifth Avenue, sembra un sogno impossibile da raggiungere. Ben e Cam, però, sono caparbi, sono scapestrarti, sono complici, ridono di fronte le difficoltà della vita e, cosa molto importante, possono contare l’uno sull’altro. La loro amicizia è messa più volte a dura prova, anche a causa di una donna che si mette tra loro due, ma nonostante tutto, riescono sempre a ritrovarsi in quel caos assordante e bellissimo che è Grande Mela.

New York, due giovani, un sogno in comune

Dieci anni e non sentirli. Una decade fa pareva semplice mettere in scena un racconto di una gioventù che voleva far avverare i loro sogni. Dieci anni fa il mondo era difficile, nell’aria si respirava una crisi economica senza precedenti e l’universo dei social aveva già in invaso la nostra quotidianità, ma c’era ancora la speranza che tutto si potesse risolvere nel migliore dei modi. Una decade dopo, molte criticità di quella società pre-Covid sono rimaste. Anzi, quei problemi oggi sono diventati insormontabili. Per questo le vicende di Ben e Cam, che si muovono in un contesto assai competitivo, sono realistiche oggi come lo erano ieri.

La serie tv, infatti, pone l’accento sull’importanza dei giovani, sulla ricerca del loro posto nel mondo e di quel desiderio di arrivare alla fama e al successo. Aspirazioni effimere, questo è pur vero, ma molto vicine alle situazione che tanti ventenni (e anche più grandi) si trovano a fronteggiare. In questo caso, quella voglia di fare la differenza e di affermarsi nell’ambiente modaiolo della città, si scontra con la magnificenza di una metropoli che impedisce di spiccare di volo, in cui dove prevale il potere dei soldi e della malavita.

Una serie cult ma… di scarso successo

Nonostante il plauso da parte della critica, la serie tv non ha trovato consenso da parte del pubblico. Rinnovata per una seconda stagione a sorpresa e alla luce di un basso indice di ascolto, nel dicembre del 2011 è arrivata la notizia della cancellazione. Diversamente da quel che si crede, How to make it in America chiude degnamente le vicende dei protagonisti. Nessun lieto fine, perché avrebbe remato contro la sua stessa identità, ma regala comunque un faro di speranza. Questa è la seconda serie che vede il nome di Mark Wahlberg tra i produttori. L’attore, anni prima, aveva collaborato al successo di Entourage, che con le avventure di Ben e Cam aveva molti aspetti in comune.

Cosa resta dopo il finale di How to make it in America

Il titolo fa riferimento a un modo di dire diventato di uso comune negli States, che italianizzato sta a significare "Come farcela in America". Un titolo molto esplicativo che si sposa alla perfezione con le intenzioni dello show.

Ora che la serie è arrivata in Italia, resta però il rimpianto di non conoscere a fondo il destino di Ben e Cam. Come avrebbero reagito ai cambiamenti della società di oggi se lo show fosse andato avanti per lungo tempo?

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