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Hunters, com’è la serie tv con Al Pacino a caccia di nazisti

In Hunters Al Pacino guida una sanguinosa vendetta contro nazisti infiltrati negli Stai Uniti degli anni ’70: da vedere, ma niente di eccezionale

Hunters, com’è la serie tv con Al Pacino a caccia di nazisti

Hunters, nuova serie tv di Amazon, è stata anticipata da una significativa campagna pubblicitaria, spingendo forte su di una storia di grande impatto - una sanguinosa caccia ai nazisti - e su un cast capitanato da Al Pacino: le aspettative erano alte, sono state rispettate?

Hunters, la trama della serie tv

Il primo episodio di Hunters parte in modo strabiliante, subito un colpo di scena e una delle aperture più belle degli ultimi anni. Viene così svelato il cuore della serie tv: negli Stati Uniti di fine anni ’70, infiltrati in ogni livello della società, dal commercio fino ai vertici del governo, passando per il settore aerospaziale, ci sono dei nazisti. Non cittadini americani devoti alla causa, bensì gerarchi e alti ufficiali sopravvissuti alla fine della seconda guerra mondiale.

I nazisti infiltrati però non hanno come scopo una “normale” vita sotto copertura, hanno una missione da compiere: instaurare il quarto reich. Il loro piano viene messo in discussione dai “buoni” della storia: una squadra di ebrei che li ha scoperti e che li vuole uccidere senza alcuna pietà. Il gruppo di ebrei, nonostante sia così identificato, non è composto da soli ebrei ma da chiunque abbia una buona ragione per odiare e voler uccidere nazisti, un gruppo che ricorda quello guidato dal Tenente Aldo Raine in Bastardi Senza Gloria, e che in Hunters ha in Meyer Offerman il suo capo e finanziatore.

Meyer Offerman è una sorta di guru della vendetta, con insegnamenti ricavati ora dal Talmud, ora dalla propria esperienza nel campo di concentramento di Auschwitz. Nel 1977 è un uomo ricco, con i giusti agganci politici, ma non per questo adagiato sulla sua posizione. Meyer, scoperti i nazisti sotto falso nome, e rimasto inascoltato dalle autorità, mette in piedi questo gruppo di vendicatori, a cui si aggiunge ben presto il protagonista della serie tv, il giovane Jonah Heidelbaum.

Pregi e difetti

I pregi di Hunters si vedono subito: una rappresentazione "pop" della caccia ai nazisti, con forti emozioni e una fotografia d'impatto accompagnata da colori sfavillanti. Altro punto decisamente a favore è ovviamente Al Pacino. La leggenda del cinema per la prima volta - se non si conta la miniserie Angels in America - è tra i protagonisti di una serie tv. Inutile dire che ogni sua battuta ha tutto un altro sapore. I fan della sua recitazione apprezzeranno le sequenze che lo vedono partecipe, dove si riescono a notare i momenti in cui si prende delle libertà dal copione e aggiunge del suo, impreziosendo, come sempre, i suoi ruoli.

La trama di base è interessante quasi per definizione: nazisti nascosti sotto falso nome ai vertici della società americana che tramano per ristabilire il reich millenario? È una certezza di attenzione da parte del pubblico. Positiva anche la truce fine dei nazisti, altrimenti che vendetta sarebbe? Il fatto che i buoni si comportino come i cattivi, cioè senza alcuna pietà, è una scelta che fa onore ad Hunters, priva quindi del tipico buonismo dell’eroe. Infine salutiamo con piacere il gradito ritorno sullo schermo di Josh Radnor, il Ted Mosby di How I Met Your Mother che non vedevamo da tempo.

Ma ci sono anche alcune cose non vanno per il verso giusto in Hunters. Dopo un primo episodio che si apre in grande stile, si nota che la qualità della narrazione cala considerevolmente, scadendo a tratti quasi in un procedurale: organizzazione del piano, scaramucce tra i componenti del gruppo, battuta del simpaticone di turno, errore del novellino e così via anche nella puntata seguente, con una ripetizione non proprio ciclica ma quantomeno prevedibile. Ciò nonostante, il vero problema risiede nella difficile identificazione della serie nel suo complesso. I siparietti che spiegano i comportamenti razzisti e gli eccessivi riferimenti nerd, finiscono per disorientare lo spettatore oltre che svilire la caccia.

Il risultato è un andamento altalenante, a volte tragico e rabbioso, a volte superficiale e tendente alla spettacolarizzazione della Shoah. Proprio quest’ultima infatti è stata l’accusa lanciata dall’Associazione Auschwitz Memorial, riferendosi ai flashback incentrati sui soprusi nei campi di concentramento.

Perché vedere Hunters

Molto dipende dal sentimento con il quale ci si approccia agli episodi. Nonostante la presenza dei nazisti e lo stravolgimento del corso della storia, non siamo dalle parti de L’Uomo nell’Alto Castello. Hunters è infatti un racconto decisamente più sobrio, e quindi meno ansiogeno, rispetto alla trasposizione del libro di Philip K. Dick. Stesso discorso se lo si paragona ai film scritti e diretti da Jordan Peele, che qui è presente nella veste di produttore esecutivo.

Il motivo per cui vedere Hunters è da rinvenire nella sua star di punta. Una revenge story sui nazisti con Al Pacino è di per sé un evento da non perdere. Per certi versi si tratta dello stesso motivo per il quale The Irishman ha trainato molto pubblico: non si tratta della migliore prova di Martin Scorsese, ma è comunque uno dei film più visti e attesi di sempre grazie al coinvolgimento di mostri sacri del cinema.

Allo stesso modo Hunters non è la migliore serie tv di Amazon - e nemmeno ci prova ad esserlo - ma è di sicuro una storia che merita di essere vista per la leggenda che vi recita.

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