Ora anche David Bowie. Ormai è una tendenza destinata a diventare virale. Tutte le grandissime pop e rockstar degli anni 60/70/80 fanno i conti con la riduzione delle vendite e con il passaggio inevitabile a un altro tipo di cultura musicale, quello dello streaming. Perciò vendono per intero il loro repertorio. Lo affidano ad una casa discografica, che ne trarrà i diritti in futuro ma ora li paga centinaia di milioni di dollari. Una sorta di trattamento di fine rapporto che in tanti (quasi tutti) stanno cercando. Da Bob Dylan a Neil Young Bruce Springsteen, che ha venduto tutto per mezzo miliardo di dollari.
Dopo negoziati di mesi, gli eredi di David Bowie hanno venduto l'intero catalogo musicale dell'artista a Warner Chappell Music per oltre 250 milioni di dollari. Lo ha appreso una fonte di Variety. Inclusi sono sei decenni di canzoni tra cui Heroes, Changes, Space Oddity, Let's Dance, Golden Years, Ziggy Stardust e centinaia di altre tratte da 27 album compreso Toy, apparso dopo la morte.
A differenza di tutti gli altri casi, a gestire la trattativa questa volta sono stati gli eredi di David Bowie, scomparso il 10 gennaio 2016 dopo una lunga malattia ma senza che nessuno se lo aspettasse perché, per la prima volta, era stato capace di tenere tutto riservatissimo. È stato uno dei personaggi decisivi del rock e del pop grazie a una strepitosa capacità istrionica e a una cultura visiva e letteraria in grado di spiazzare per decenni tutti i fan.
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