Imparare a vivere «Nudi e crudi»

In scena al Manzoni di Milano la briosa commedia di Alan Bennet

Sabina Negri

Alan Bennet adattato da Edoardo Erba, Maria Amelia Monti, Paolo Calabresi, Nicola Sorrenti, con la regia di Serena Sinigaglia: uno spettacolo apparentemente senza rischi, in realtà una scelta coraggiosa di chi ha associato due attori di stampo tradizionale a una regista che punta all'avanguardia e a un giovane attore che ricopre molteplici ruoli saltando, mimando, travestendosi . Operazione riuscita in Nudi e crudi, in scena al Teatro Manzoni di Milano. La storia: due coniugi, rientrando a casa dopo una serata a teatro, trovano l'appartamento completamente vuoto. I due hanno reazioni opposte: lui si arrabbia, lei si sente più libera: «non avere più niente mi stimola». Il mistero troverà un'imprevedibile spiegazione: il furto si rivelerà l'ultimo dei problemi. Paolo Calabresi è impeccabile nella sua interpretazione di un avvocato tradizionalista e rigido nei confronti di se stesso e della moglie che non chiama mai per nome: per lui il ruolo sociale prevale sulla persona. Quando incontreranno un giovane che mostra loro uno spaccato di vita alternativo in cui trovano posto il sesso e la cannabis, l'esistenza si aprirà a nuovi orizzonti. Mr. Ransome non lo confesserà mai perché la maschera che indossa è il suo salvagente. Mrs. Ransome, che si nasconde dietro la sua svagatezza, riuscirà invece a liberarsi da un mondo claustrofobicamente borghese.

Maria Amelia Monti, con sua vena ironica, riesce a restituirci con grazia e brio un personaggio apparentemente inconsistente. È uno spettacolo di facile identificazione e il pubblico risponde positivamente a quell'ironia molto «british» che contraddistingue la scrittura di Bennet. L'adattamento è preciso, i dialoghi brillanti.

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