«Ma il mondo è corrotto e manca tanto di senno che non solo gli uomini non si preoccupano di sapere, ma non vogliono nemmeno, anzi, cosa che è peggiore e detestabile, quelli che hanno una certa istruzione vengono infamati e derisi». Sembra un pensiero di Roberto Burioni quando discute con arroganti e ignoranti No-Vax, sembra Di Maio, studente fuoricorso che non azzecca un congiuntivo, che spiega la Costituzione a Mattarella, sembra la situazione dell'Italia di oggi, dove si preferisce mandare in Parlamento un uomo comune al posto di uno che abbia studiato e abbia competenze e magari abbia anche realizzato qualcosa di importante in qualche campo.
Invece siamo nel 1458, e l'autore è rimasto pressoché sconosciuto per secoli: si chiama Benedetto Cotrugli e il libro si intitola Arricchirsi con onore (Mondadori), un elogio del business e dell'imprenditoria in pieno Quattrocento, quando ancora ai tempi nostri assistiamo a un dibattito tra Luigi De Magistris e Flavio Briatore con il primo che accusa il secondo di non aver mai lavorato perché ricco.
Ecco, Cotrugli aveva capito che l'imprenditoria è il motore del mondo, e in un tempo in cui essere mercanti non era visto di buon occhio neppure dalla religione (in realtà neppure oggi, il denaro è rimasto «lo sterco del demonio»). Lui, non solo mercante ma anche console della Repubblica marinara dalmata, giudice, maestro di zecca a Napoli e a L'Aquila e ministro di stato della corte aragonese, puntava «al riscatto morale della figura del mercante, il quale in tempi antichi era visto dalla religione come colui che non può perseguire la ricchezza senza compiere atti non sempre onesti». Immagine che è rimasta ancora oggi, e che vince perfino le elezioni: gli imprenditori, le banche, i business man sono visti come la causa di tutti i mali, per non parlare della parola «consumismo», da noi disprezzata tanto dai vecchi democristiani, fascisti e comunisti, quanto oggi dai grillini che vogliono la decrescita felice.
Cotrugli non voleva decrescere, era un imprenditore moderno prima ancora che fosse scoperta l'America, un illuminista ante litteram del business. E le sue riflessioni sono attualissime. Era arrivato perfino a comprendere la necessità della flessibilità: «Un mercante abile deve anche sapere cambiare o modificare al momento opportuno la propria attività, quando l'utile diminuisce perché vi si sono dedicati in molti. Sappi tu venirne fuori con destrezza». E aveva un'idea precisa anche della pubblicità, l'anima del commercio, per cui si doveva tenere alto il proprio nome, «come è d'uso a Venezia: Saponi dei Vendramini e zuccheri di maestro Bon, e questi due sono straricchi soltanto per il buon nome, come è noto a ogni sorta di gente. E chiunque eserciti un'attività mercantile deve curarla con ogni attenzione».
Senza parlare del profitto, qui non si può nominare, l'anticapitalismo ce lo ha reso una brutta parola, grazie a marxisti, comunisti e democristiani, ma Cotrugli sa che «la mercatura è un'arte, ovvero una disciplina praticata da persone legittimate a farlo, ordinata secondo giustizia e relativa alle cose commerciali, per la conservazione del genere umano, ma pure con speranza di guadagno». Applicate questo pensiero a tutti i moderni oppositori complottisti di Big Pharma, che pretenderebbero che una casa farmaceutica investisse anni di ricerca per poi non guadagnarci niente, mentre preferiscono comprare un prodotto omeopatico di una multinazionale che non investe niente ma vendendo acqua e zucchero ci guadagna molto di più (per Cotrugli non sarebbero «persone legittimate a farlo»).
Oppure pensate alla burocrazia delle leggi italiane, che scoraggiano gli investitori stranieri e alle quali nessuno mette mano.
Cotrugli c'era già arrivato e scrive: «Le attività andrebbero avviate in luoghi in cui vi è certezza delle leggi e in cui l'amministrazione della giustizia è rapida e efficiente, perché per il mercante sono una difficoltà non da poco le dispute dei giuristi, nemici della borsa». Incredibile, ha detto proprio così, nemici della borsa. In pratica coloro che si accingono a governare l'Italia nel 2018.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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