Cultura e Spettacoli

Quando Richard Gere venne scambiato per un clochard

Gli invisibili è una pellicola del 2014 in cui Richard Gere interpreta un uomo senza fissa dimora: la sua interpretazione era così credibile da riuscire a ingannare i newyorkesi che gli camminavano a fianco

Quando Richard Gere venne scambiato per un clochard

Gli invisibili è un film che andrà in onda questa sera alle 23.15 su Rai Movie e che vede come protagonista indiscusso Richard Gere. La pellicola, diretta da Oren Moverman, è stata presentata in anteprima al festival di Toronto, prima di avere un'anteprima anche alla Festa del cinema di Roma.

Gli invisibili, la trama

Uscito nel 2014, Gli invisibili racconta la storia di George (Richard Gere) un uomo indigente che vive per strada, ma che non riesce a vedere se stesso come un senzatetto. L'uomo, infatti, afferma che qualcuno gli ha semplicemente rubato il portafoglio, ma man mano che il tempo passa, George si immerge sempre più nella vita di strada. Cerca un posto letto nei rifugi per senzatetto, spende i pochi soldi che riesce a racimolare per comprare bevande alcoliche e arriva addirittura a vedere un avvocato per scoprire a quali benefici governativi può fare domanda come indigente.

Mentre New York si muove intorno a lui, quasi del tutto incurante degli invisibili che sono seduti ai margini delle strade, il sogno di George è quello di recuperare un rapporto con la figlia Maggie (Jena Malone), una giovane ormai indipendente che sembra aver dimenticato suo padre, come se se ne vergognasse. Pian piano George diventa sempre più ossessionato dal pensiero di rimettere a posto le cose con Maggie al punto da diventare quasi catatonico rispetto al mondo circostante.

Quando Richard Gere venne scambiato davvero per un senzatetto

Come puntualmente riporta il sito dell'Internet Movie Data Base, una delle preoccupazioni maggiori per Richard Gere era quella di essere riconosciuto dai passanti di New York. Un'eventualità che senz'altro avrebbe reso più difficoltose le riprese, perché qualora i fan avessero riconosciuto il divo di Hollywood avrebbero rappresentato un ostacolo al corretto svolgimento della produzione. Per Richard Gere questo era un progetto molto importante e che sentiva particolarmente, per questo era fondamentale che le persone non lo riconoscessero: l'attore, diventato famoso per film come Pretty Woman e American Gigolò, voleva dare davvero la sensazione di essere un "invisibile", uno dei tanti uomini spezzati dalla vita che si trascinano per le strade delle metropoli, senza essere visti dagli altri.

Tuttavia la preoccupazione di Richard Gere non servì a molto. Sempre IMDB riporta che delle migliaia di persone che camminarono per le strade di New York, a pochi passi dalla star del cinema, solo due si fermarono a cheidere informazioni, a domandare se quel senzatetto fosse davvero Richard Gere. Inoltre la "metamorfosi" dell'attore nei panni cenciosi di un uomo senza fissa dimora fu così convincente che molti passanti gli fecero davvero l'elemosina.

Emblematico è stato il caso di una turista francese che, non accorgendosi della vera identità dell'uomo che aveva davanti, gli regalò gli avanzi di un cartone di pizza. Richard Gere ringraziò la donna, senza svelare chi fosse, e si tenne la pizza, accettando di fatto l'elemosina. La turista francese non seppe di aver fatto l'elemosina a Richard Gere finché il film non uscì in sala la donna poté scoprire dell'esistenza del film Gli invisibili su un articolo del New York Post.

L'evento è raccontato dallo stesso Gere durante un'intervista con Entertainment Weekly, in cui ha detto: "È stato un momento che mi ha davvero toccato. Stavamo girando fuori dalla Grand Central Station e una donna è venuta da me con del cibo, mentre io stavo rovistando nei bidoni della spazzatura. È arrivata con questo cibo ed io ero davvero sorpreso, perché è stata la prima persona che si è rivolta direttamente a me dopo giorni". Poi Richard Gere ha spiegato anche cosa abbia significato per lui girare questo film: "Sapevo che per me sarebbe stata un'esperienza molto profonda. Ho realizzato quanto sia fragile la consapevolezza del proprio sé e quanto facilmente può essere danneggiata".

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