Isabelle e Sabrina, il lato oscuro della donna

da Roma

S'è detto che quest'anno sarebbe stata una manifestazione tutta al femminile. Ma ora che la Festa sta snocciolando le sue donne sugli schermi, scopriamo che ad essere indagato è il loro lato B, quello oscuro, estremo e inquietante dell'animo femminile. Ecco allora in tutta la sua devastante crudezza la Isabelle Huppert di L'amour caché (in concorso e in uscita a febbraio), una madre che odia la figlia senza motivo apparente. Ed ecco la Sabrina Impacciatore di Donne assassine, un'attrice fallita afflitta da crisi violente che la rendono una potenziale omicida. Due realtà cinematografiche completamente diverse, L'amour caché è una coproduzione di Massimo Cristaldi tra Italia, Belgio e Lussemburgo diretta da Alessandro Capone. Donne assassine di Herbert Simone Paragnani è invece un episodio pilota per una serie thriller-drammatica di Fox. Entrambe raccontano una realtà poco esplorata sia al cinema che in tv. Argomenta Capone, l'eclettico regista che firma anche Distretto di polizia: «Il mio film affronta un tabù perché non è ammesso nella nostra società che una madre dica esplicitamente di odiare la figlia. La storia nasce da un diario della francese Denielle Girard portato da Maria Venturi in Italia (Madre e ossa). Appena l'ho letto ho immediatamente desiderato farne un film».
E grazie all'interpretazione impressionante della Huppert lo spettatore viene trasportato negli abissi della mente di questa donna che, dopo il terzo tentativo di suicidio, viene ricoverata in clinica. Il non aver mai accettato la figlia (interpretata da Mélanie Laurent, premio César come attrice rivelazione) la porterà a rinchiudersi in se stessa. Solo grazie all'incontro con la psichiatra (Greta Scacchi) riuscirà ad esprimere il disagio che supererà in maniera tragica. La stessa Huppert, in un videomessaggio dalla Cambogia dove sta girando Un barrage contre le Pacifique di Rithy Panh, a rivelare: «Dopo tanto odio, L'amour caché finisce con una luce di speranza. Sono felice di aver lavorato in questo film perché affronta una materia per niente facile». Un mondo che ha toccato con mano anche Greta Scacchi: «Ho una figlia di 15 anni e mezzo, un'età difficile. Ci sono momenti bellissimi ma altri in cui, soprattutto gli adolescenti, ti lanciano sfide grandissime e ti fanno sentire come una merda».
Donne allo sbando come le due di Donne assassine con Marta (Donatella Finocchiaro) tutta casa e chiesa che sogna di prendere i voti ma finisce a letto con Veronica, interpretata da Sabrina Impacciatore che da venerdì sarà nelle sale con 2061 di Carlo Vanzina.

«Amo i film leggeri - racconta - ma adoro questo personaggio tragico, complesso e quasi positivo di una donna che va fino in fondo per essere se stessa». Trattasi comunque di donne estreme. «Sì però - conclude difendendo la categoria - alla fine non c’è la buona o la cattiva perché sono entrambe vittime del proprio disagio».

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