"Jacko odiava suo padre Per questo cambiò volto"

Il biografo narra i segreti dell'icona pop: "La famiglia, che lo sfruttava, fu per lui una catastrofe. Trasformò i suoi lineamenti per non assomigliare a genitori e fratelli"

"Jacko odiava suo padre Per questo cambiò volto"

Rolling Stone gli ha chiesto di scrivere «l'articolo del secolo su Michael Jackson» e lui, Randall Sullivan, l'ha trasformato in M. Vita morte, segreti e leggenda del re del pop (Piemme) il libro definitivo sulla sua storia e soprattutto sui suoi ultimi quattro anni di vita. Così abbiamo pensato di sentire l'opinione di Sullivan sull'artista.
Jackson è morto come i maledetti del rock Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison ma era molto diverso da loro.
«Si, Hendrix e la Joplin sono morti giovani all'apice del successo. Morrison cercando di fuggire dallo status di rockstar. Michael se n'è andato a 50 anni dopo essere sopravvissuto a una serie di catastrofi personali (non ultima la famiglia che gli viveva sulle spalle da quando aveva 7 anni). La sua morte paradossalmente nasce da un eccesso di cure mediche».
Cioè?
«La negligenza del dr. Murray è stata la causa diretta della morte, ma l'enorme pressione che c'era su di lui per i concerti allo “02” di Londra ha contribuito. Lo stress lo ha distrutto. Tom Mesereau, che lo ha difeso nel processo per pedofilia, ha detto che ne è uscito talmente ferito da non riprendersi più. Penso che Michael sia stato processato per un crimine che non ha mai commesso».
Cosa lascia Michael Jackson come testamento artistico?
«Nessuno può negare il suo ruolo di primo piano nella pop music. È stato la prima icona Usa amata da gente di tutte le razze. Al tempo stesso la sua musica e la sua vita sono diventati uno spettacolo pubblico ed è stato deriso da molti. Ha pagato caro le sue trasformazioni e i suoi strani comportamenti».
Cos'è successo veramente prima dei concerti londinesi?
«I concerti allo “02” sarebbero stati il più grande ritorno nella storia dello show business. Pochi pensavano che avrebbe retto 50 concerti ma all'inizio lui stava bene, grazie all'aiuto del suo manager Thome Thome. Ma questi fu allontanato e Michael cominciò a perdere peso e a prendere sempre più droghe. Non stava bene e voleva darsi al cinema, ma con i suoi guai Hollywood non l'avrebbe mai preso sul serio».
Perché un'icona pop diventa un giocattolo nelle mani del business?
«Per soldi. Michael era una parte importante dell'impero della Sony. Il suo catalogo valeva milioni di dollari».
Cosa pensa della presunta pedofilia di Michael?
«Ho studiato gli atti e ho visto quanto le prove contro di lui fossero deboli. Non penso fosse un pedofilo, né che abbia mai abusato di bambini. Dopo aver incontrato il primo bambino che lo accusava ho avuto qualche dubbio, ma le prove sono sempre a favore di Michael».
Cosa dice di un album mitico come Thriller?
«È stato l'apice della sua carriera, anche se Off the Wall secondo me è migliore. Thriller è ispirato dal Lago dei cigni di Tchaikovsky e in esso c'è una perfezione difficile da imitare. Quella perfezione che poi ha nuociuto agli album successivi, cui mancava la carica e l'autenticità dei precedenti».
Michael è morto ricco o povero?
«Paradossalmente entrambe le cose. Aveva debiti enormi ma possedeva pur sempre un patrimonio di 500 milioni di dollari. Ma i debiti lo lasciavano spesso senza contanti. Nel 2007 gli fu tolta la sua unica carta di credito e lui e i suoi figli furono cacciati da una serie di alberghi. Nel 2008 il suo debito fu rifinanziato, ma l'accordo con la Sony lo mise alle strette; doveva guadagnare 100 milioni di dollari in due anni o avrebbe perso tutto. Per questo accettò di fare i concerti di Londra».
Perché tutti quegli interventi estetici?
«L'unico e vero motivo è che non voleva somigliare a suo padre, che odiava.

Poi perché voleva essere un essere unico e particolare, ma tutto nasce dal suo odio per il padre e per la famiglia. Le contraddizioni della sua psiche lo hanno reso ostaggio di ogni tipo di gente, che ha cercato di trarne vantaggio».

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