Sanremo 2020

Junior Cally getta la maschera: "Sardine tutte la vita"

Il rapper pronto ad esibirsi al Festival di Sanremo è al centro delle polemiche per le sue canzoni accusate di essere sessiste. Ora fa l'endorsement ai "pesciolini"

Junior Cally getta la maschera: "Sardine tutte la vita"

"No, grazie". Si chiama così la canzone che Junior Cally, al secolo Antonio Signore, ha scelto per partecipare alla settantesima edizione del Festival di Sanremo, ormai ai blocchi di partenza: da martedì 4 a sabato 8 febbraio l'Italia dello spettacolo "si ferma" per l'appuntamento dell'Ariston.

Il (t)rapper ha perso rischiato di non esserci sul palco del teatro sanremese, visto i suoi vecchi brani sono stati accusati di essere estremamente sessisti e di incitare, addirittura, allo stupro e al femminicidio. Polemiche su polemiche, quelle che infiammano il Festival e che sono l'essenza stessa dell'evento: perché Sanremo è Sanremo, solo se si alzano densi polveroni.

Oggi, giorno in cui il Festival prende il via, l'artista di Focene (Roma) torna a (far) parlare, avendo rilasciato un'intervista a tutto-tondo a Leggo. Nella chiacchierata il 28enne ha toccato anche la politica, confessando di essere un ex elettore del Movimento 5 Stelle, delusissimo e pentitissimo:"L'ultima volta ho votato per i cinque stelle, ma non lo rifarei mai. Ora Sardine tutte la vita…".

In "No, grazie", peraltro, è tutto fuorché velato l'attacco a Matteo Salvini e a Matteo Renzi. "È un brano ultra rap. Anti populista. Che critica proprio i luoghi comuni. E dove non si parla assolutamente di donne…", precisa.

Nel corso dell'intervista, Junior Cally ci tiene a precisare alcune cose sulla sua persona: "Io non mi drogo. Non mi sono mai drogato. La droga mi fa schifo. Qualche cannetta da ragazzo. Ma ora nulla. Non ho mai usato droghe pesanti, sono mai stato un tossicodipendente. Non so perché ci sia gente che vada in giro a dire il contrario: forse per i miei tatuaggi, forse perché sono un rapper…".

E ricorda anche gli anni difficili a Focene, fatti di tanta diffidenza da parte delle persone: "Ci guardavano come fossimo i figli di Satana. Mi ricordo che un imprenditore vietava al figlio di frequentarmi perché diceva che ero drogato. Oggi io canto e il figlio è tossicodipendente…". E sempre in merito al passato, Antonio Signore svela a cosa è dedicato il suo primo tatuaggio: "L'ho fatto dopo che ho superato la prova più dura della mia vita. Avevo quattordici anni, avevo fatto il provino di calcio per giocare nel Perugia ma alle visite mediche mi diagnosticarono una forma di leucemia. È stato devastante. Ho vissuto quattro anni tra un ricovero e un altro.

Ma non avevo nulla".

Commenti