Una cittadina nei sobborghi di Philadelphia. Una di quelle piccole città americane dove tutti si conoscono, una detective battuta dalla vita e un caso di omicidio, traumatico e doloroso. Sono questi gli ingredienti di Omicidio a Easttown, miniserie targata Hbo che sarà in Italia, su Sky e Now, da domani 9 giugno e che vede Kate Winslet interpretare Mare Sheehan, agente di polizia nella piccola città di Easttown. «Non è un thriller, è il racconto di gente che sbaglia e che a volte sbaglia molto», dice l'attrice premio Oscar, che della serie è anche produttrice.
Quando il pubblico incontra Mare Sheehan trova una donna che è profondamente segnata dal lutto per il suicidio del figlio tossicodipendente. Ha una figlia adolescente da crescere e un nipotino da accudire, una madre che non dà l'aiuto di cui avrebbe bisogno e un ex marito, con una vita più semplice, che abita nella casa accanto alla sua. «Il passato di Mare è importante quanto il presente continua Winslet , Mare è una donna in difficoltà, segnata dai fallimenti professionali e personali. Io non ho niente che somigli a lei, per questo ho trovato spaventoso interpretarla, ma anche eccitante. Amo sentirmi terrorizzata e esposta nel mio lavoro».
Scritta da Brad Ingelsby (Tornare a vincere) la serie è vagamente ispirata alle fiction inglesi Broadchurch e Happy Valley. Un efferato crimine è al centro del racconto: una ragazza madre, di diciassette anni, viene trovata morta, nel letto di un torrente, con una brutta ferita in testa. Mare la conosce e conosce il suo ex, primo sospettato. La pressione dell'opinione pubblica sul lavoro della polizia si fa pesante, soprattutto perché è ancora irrisolto il caso della scomparsa di un'altra giovane donna, avvenuta un anno prima. «Io non potrei mai fare la detective dice l'attrice non ne ho la resistenza, o meglio, ce l'ho, ma è un tipo di resistenza diversa, la mia. Mare è un personaggio complesso ma molto interessante da esplorare, che mi ha addirittura aiutato quando l'emergenza Covid ci ha raggiunto, nel bel mezzo delle riprese. La sua storia è diventata il mio modo di far fronte all'emergenza. La gente faceva il pane o lavorava a maglia, io facevo Mare, era lei la mia ancora di salvezza».
Per prepararsi alla parte l'attrice e produttrice ha frequentato il distretto di polizia della zona: «Ho passato diversi mesi all'Easttown Police Department dove c'era una fantastica poliziotta, Christine Bleiler, che mi ha aiutato molto». Winslet ha anche frequentato corsi di aiuto per il superamento del lutto e ha fatto ricerche sulla malattia mentale. «Volevo cercare di capire di più sulla profondità della malattia psicologica e sulle sue conseguenze». L'attrice ha tre figli avuti da matrimoni diversi, Mia, 20 anni, Joe 17, e Bear, 7 e per lei è stato particolarmente impegnativo interpretare una madre che si sente responsabile della morte del suo ragazzo. «Ecco, se posso dire di avere qualcosa in comune con lei è il senso della famiglia e infatti in quella di Mare mi sono immedesimata anche troppo. Quando Cody Kostro, l'attore che interpreta mio figlio, era sul set io non riuscivo a guardarlo dai sensi di colpa, perché la donna che impersonavo avrebbe voluto, avrebbe potuto fare di più per aiutarlo. Spesso mi ritrovavo a piangere». Per interpretarla ha che rinunciato al trucco, ha legato i capelli in una trascurata coda di cavallo ed è persino ingrassata. «Mare è una donna assolutamente normale, una persona che puoi incontrare tutti i giorni per strada».
Ma interpretare la normalità non è affatto facile. «Mio padre mi ha ripetuto, per l'intera vita: bambina, ricordati che sei solo brava quanto lo sei stata nel tuo ultimo lavoro. È una massima che mi è entrata, per questo amo mettermi alla prova ogni volta».
Winslet, inglese, negli anni ha lavorato molto anche sul suo accento americano che in Italia si perderà a causa del doppiaggio ma che è una parte importante dell'interpretazione di un attore. «Non posso più ascoltarmi quando riguardo Titanic, allora il mio accento era proprio sbagliato, allora ero proprio una ragazzina con tanta strada ancora da fare». Ora, a 24 anni da Titanic, James Cameron l'ha richiamata, e fatta tornare in acqua, per Avatar 2 che uscirà nel dicembre del prossimo anno. In quell'occasione l'attrice ha infranto il record cinematografico di immersione in apnea che apparteneva a Tom Cruise. La Winslet ha resistito sott'acqua sette minuti e 14 secondi, Cruise girando Mission: Impossible Rogue Nation, nel 2015, era arrivato a sei minuti. «Mi piace l'acqua, amo le immersioni con le bombole ma tenere il respiro è un'altra cosa.
Ho dovuto imparare la tecnica e l'ho amata. Le sensazioni sott'acqua sono incredibili. Il battito cardiaco rallenta, resti ferma immobile e pensi che forse sei morta sino a che non realizzi che, se non salirai a prendere fiato entro breve, morirai davvero».
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