La7 blinda Giletti e Floris. Gabanelli? Forse

Cairo: «Facciamo ascolti da record, confermiamo la squadra e non temiamo Rete4»

La7 blinda Giletti e Floris. Gabanelli? Forse

Massimo Giletti confermato per la prossima stagione. Giovanni Floris addirittura per le prossime cinque. Milena Gabanelli in arrivo, forse, in futuro: se ne sta parlando. Il resto dei volti della rete tutti presenti da settembre. Perché, come si suol dire, squadra che vince non si cambia. E La7 nell'ultimo anno ha fatto ascolti da capogiro, in proporzione ovviamente alla piccola fetta di mercato televisivo che detiene. Complice anche l'infuocata stagione politica, «a maggio siamo stati terza rete in prima serata e quinta rete nazionale nell'intera giornata - spiega il patron Urbano Cairo alla presentazione dei palinsesti autunnali ieri a Milano -. Sono dati che dimostrano come siamo cresciuti nonostante le altre reti generaliste Rai e Mediaset negli ultimi anni sia calate di molti punti». Cairo snocciola i numeri: 3,85 per cento di share nell'intera giornata e 5,11 in prime time, facendo però partire i conti dal 12 novembre, cioè da quando Giletti ha debuttato su La7 con Non è l'arena ed è andato a completare il palinsesto triplicando i risultati della domenica sera. Peccato, però, che le stagioni Auditel, per fare i raffronti con gli altri canali e per rispondere agli inserzionisti, partano da settembre. Ma, vabbè, comunque la rete va a gonfie vele, la raccolta pubblicitaria è in aumento (più 2,2 per cento) e il bilancio consolidato è in positivo a fronte dei «cento milioni l'anno che perdeva nel 2014-2017».

Dunque in autunno rivedremo, oltre ovviamente al direttore del Tg Enrico Mentana, con le sue famose maratone, Floris con di Martedì, Purgatori con Atlantide, Formigli con Piazza Pulita, Diego Bianchi con Propaganda Live, Giletti con Non è l'arena, la Gruber a Otto e mezzo. E poi i volti del day time: Alessandra Sardoni, Gaia Tortora, Andrea Pancani, Myrta Merlino e Tiziana Panella.

Per Giletti, l'uomo che ha fatto schizzare gli ascolti domenicali, «ho pronto sul tavolo un contratto di cinque anni - annuncia Cairo - ma non so se lo firmerà». Per ora se l'è aggiudicato per un'altra stagione, prima che le sirene di una Rai a guida grillina-leghista potessero risuonargli in testa e indurlo in tentazione a tornare nella casa madre. Ma al presidente non pare che i toni di Non è l'arena a volte sia eccessivi? «Lui cerca di buttare acqua sul fuoco, e sono cose che accadono quando si invitano personaggi controversi che altri non invitano. Noi comunque siamo super contenti dei suoi risultati...». Per evitare qualsiasi tentennamento (sempre le sirene Rai...), a Floris è stato offerto un contratto quadriennale pure in anticipo di un anno rispetto alla scadenza. Invece l'azienda sta discutendo con la Gabanelli (che lavorando per il Corriere.it è già nella galassia dell'editore) per un suo possibile intervento sulla rete, ma non pare sia in previsione un passaggio imminente. Otto serate invece saranno appaltate a David Parenzo.

Quello che il patron de La7 intende sviluppare è soprattutto la parte on line della rete che ora produce piccoli numeri.

A settembre si aprirà il fronte Rete4, che ha deciso di dirottare quasi tutta la programmazione sull'informazione e sulla divulgazione in diretta concorrenza con La7. «Siamo pronti a fronteggiare qualsiasi tipo di concorrenza - risponde Cairo -. Abbiamo una credibilità creata in tanti anni.

Non è così facile inventare una rete in un settore delicato e importante come l'informazione, in cui è fondamentale fidarsi di quello che viene detto in tv e sapere che chi parla non ha nessun tipo di influenza, e da noi c'è totale libertà. Rete4, tra l'altro, negli ultimi anni è sempre dietro di noi nel prime time». Chiaro no?

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