Poco prima di impiccarsi, Ian Curtis aveva inciso il singolo che avrebbe avvicinato i Joy Division al successo, raggiungendo il 13° posto della classifica britannica. Love Will Tear Us Apart era una disperata canzone sull'amore che finisce senza un motivo, finisce perché finisce. La somma delle piccole incomprensioni è un fardello troppo pesante e il problema, quello vero, è che nessuno ha più voglia di alleggerirlo. Così vanno le cose, così devono andare? Ian Curtis non si accontenta di questa morale, saggia o cinica, dipende da che lato la guardi, dipende da chi andrà in pezzi e da chi si riprenderà subito, da chi si sente forte e da chi pensa di non farcela. Il cantante ha un matrimonio in crisi e ha perso la testa per una giornalista belga, Annik. Lo sanno tutti. Tranne la moglie Deborah. Curtis non riesce a chiudere, c'è anche una figlia di mezzo. È dilaniato. C'è il rimorso per essere un traditore e un cattivo padre. C'è l'epilessia, che lo colpisce sempre più a fondo, capita sul palco e il pubblico si entusiasma, convinto di assistere alla performance di un artista straordinario. C'è la paura di sfondare, di diventare un fantoccio di carne per le platee di mezzo mondo. I Joy Division sono sulla rampa di lancio, tutti si aspettano che il nuovo album, Closer, faccia il botto e un tour massacrante negli Stati Uniti è alle porte. Stop. Curtis prende una corda e si uccide. Quando Deborah trova il cadavere, sul piatto dello stereo gira ancora un album di Iggy Pop, The Idiot, la puntina continua a sbattere e tornare indietro. È il 18 maggio 1980. Ian muore a 23 anni.
Closer significa più vicino, ma nulla è più distante di questo disco gelido, registrato nel marzo 1980 dal produttore Martin Hannett, che bissa dopo l'esordio di Unknown Pleasure. La band vuole un suono più corposo e vicino a quello dei concerti. I Joy Division sono un gruppo punk, sono teppisti di Manchester innamorati dei Sex Pistols. Martin Hannett annuisce e poi fa di testa sua. Prende tutto il calore e lo butta via con l'aiuto delle sue diavolerie elettroniche. Il risultato è straziante, in senso positivo. La musica è angosciante. I sintetizzatori arrivano in faccia come vento tagliente. Le parole sono anche più dolorose. Curtis descrive la paranoia del suo mondo di anime morte, Dead Souls, e società distopiche. Atrocity Exhibition richiama esplicitamente James Ballard, l'altro nume tutelare è il William Burroughs di Nova Express. Come sarebbe svegliarsi e non trovare più nessuno? Come si sentirebbe l'ultimo uomo sulla Terra costretto a camminare dove regna la solitudine e resta solo il ricordo della vita? Ecco. Questo per darvi l'idea di quali sentimenti possa evocare Closer, se già non lo conoscete.
Love Will Tear Us Apart nasce appena prima di Closer ma è una nuova partenza che diventa epitaffio. Ian ascolta Frank Sinatra. Ne è affascinato. Cosa c'entrano l'urgenza del punk e la confidenza del crooner? Niente. A meno che tu non sia Ian Curtis. Love Will Tear Us Apart è assieme un banco di prova e un capolavoro di maturità. Anche il testo è diverso. Qui Curtis si lascia andare. È la canzone del rimpianto di un amore, un amore che divide, il rimpianto dell'amore per la moglie Debora. Il 45 giri esce il 20 giugno del 1980, poco meno di un mese prima di Closer, album dal quale è escluso per il suo tono diverso, e sarà pubblicato su long playing solo nel 1988, quando appare nella raccolta Substance. Gli altri Joy Division, che proseguiranno una carriera gloriosa con il nome di New Order, per molti anni hanno evitato di ascoltare sia Closer sia Love Will Tear Us Apart. Solo di recente, in occasione del prossimo anniversario dell'uno e dell'altro, hanno raccontato alla stampa inglese le circostanze in cui nacquero. Viene così fuori una storia di piccoli rancori e grande disattenzione ambientata ai Britannia Row Studios di Londra. Da una parte, Curtis con la sua Yoko Ono, Annik. Dall'altra, i tre teppisti di Manchester, i tre teppisti senza le rispettive donne. L'imbarazzo diventa paralisi in occasione di una festa a sorpresa dove la sorpresa è tutta per l'assenza di Deborah. Curtis l'epilettico rotola giù dalle scale per un attacco del suo male. Curtis l'entusiasta nega addirittura di avere un problema di salute e non vuole saperne di interrompere le esibizioni. Il resto della band, il produttore, il manager sono incapaci di comprendere e intervenire. La tragedia è annunciata, Curtis prova a calare il sipario con i barbiturici.
All'ascolto di Closer, l'intera band, Curtis più di ogni altro, rimane insoddisfatto, Hannett aveva rovinato anche questo disco. Capita di essere cattivi giudici del proprio lavoro. Questo è un caso esemplare.
Infatti Closer non sarà mai datato perché si colloca fuori dalla storia, non ti prende a schiaffi ma solo per avvelenarti il sangue. Perché fa così male eppure ne vuoi ancora e ancora? Ogni ascoltatore ha i suoi motivi ma ipotizziamo: le nostre labbra vorrebbero ancora baciare ma siamo anime morte o temiamo troppo di esserlo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.