Laura Pausini si racconta in una lunga intervista a Vanity Fair. La cantante parla della sua carriera e soprattutto del suo modo di affrontare il successo che è arrivato all'improvviso ormai più di 20 anni fa. "L'impatto con il successo era stato devastante. Per molti anni non ero riuscita a essere me stessa. Era tutto gigante e tutto eccessivo, ma io non avevo alcuna voce in capitolo… Mi sentivo una bambolina trascinata qui e là". Poi come racconta sempre a Vanity Fair, arriva un momento decisivo: "La svolta accadde in America. Mi ero trasferita lì per qualche mese e venni trattata come quella che non volevo essere e men che mai diventare… Mandai a fare in culo un grande capo delle major Usa e scoprii una parte di me che non conoscevo. La parte della ribellione… E mi rese molto orgogliosa… Permettere agli altri di non farmi crescere nel momento in cui era necessario farlo restava una mia precisa colpa, ma dire il primo no fu importantissimo. O reagivo e mi assumevo delle responsabilità, o cadevo per sempre. Scelsi di reagire e da allora sono diventata una decisionista. Prendo tutte le decisioni, quasi sempre in modo drastico. Perché le decisioni non sono mai morbide, le decisioni non possono accontentare tutti".
Ma questo suo carattere combattivo la Pausini lo ha preso a quanto pare dalla nonna a cui era legatissima: "Sono testarda come lei nonna. La madre di mio padre si chiamava Maria. Era la meravigliosa pazza di casa, accoglieva in un giardino grande come un fazzoletto tuti i gatti e i cani randagi del paese, ce l’aveva con gli uomini e non si radeva da quando, dopo quattro anni di matrimonio, suo marito era morto all’improvviso".
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