Paolo Giordano
In poche parole, ci aspettano biglietti più cari e code più lunghe per entrare ai concerti. È la conseguenza dell'entrata in vigore di un emendamento della legge di bilancio firmato dal grillino genovese Sergio Battelli, classe 1982, licenza media, presidente della Commissione Politiche Ue della Camera dei Deputati. La «legge Battelli» applica il cosiddetto «biglietto nominale» e riguarda soltanto i concerti aperti in prevendita dal 1 luglio con capienza superiore ai 5000 spettatori. Ieri i principali promoter italiani, (Roberto De Luca di Live Nation, Ferdinando Salzano di F&P, D'Alessandro e Galli, Maurizio Salvadori di Trident e Clemente Zard di Vivo Concerti, tra gli altri) si sono riuniti in una conferenza stampa aperta da Vincenzo Spera di Assomusica. Senza faziosità ma con le rispettive esperienze, ciascuno ha esposto le conseguenze negative di un provvedimento che anche all'osservatore più ingenuo sembra demagogico e inutilmente populista. L'obiettivo sarebbe di combattere il cosiddetto «secondary ticketing», ossia la rivendita dei biglietti a prezzi spesso decuplicati sulle piattaforme online.
Intento giusto, strategia sbagliata.
Come dimostra l'esempio del calcio, dove la procedura dei biglietti nominali è già stata applicata, questa strategia non ha minimamente scalfito l'impatto del «secondary», anzi. In compenso provoca molti disagi agli organizzatori dei concerti. E chissenefrega, potrebbe dire lo spettatore più cinico. Comprensibile. Però i disagi saranno anche di chi acquista i biglietti perché aumenteranno mediamente dagli 8 ai 10 euro. E forse raddoppieranno o triplicheranno i tempi d'attesa e la lunghezza delle code a causa del controllo nominale di ciascun tagliando. Ciascun promoter ha poi elencato nel concreto i disagi organizzativi. Tre su tutti. Chi parteciperà ai concerti in luoghi come gli stadi, potrebbe essere «costretto» a mettersi in coda anche dieci ore prima dell'evento, pena non poter entrare in tempo. Le prevendite a lungo termine (ormai si aprono anche un anno prima) saranno gravemente danneggiate.
E, a fronte di una norma unica al mondo, anche le superstar straniere potrebbero decidere di evitare l'Italia per evitare queste estenuanti complicazioni burocratiche. In attesa che un eventuale emendamento blocchi o modifichi questa norma, rimane solo una domanda: ma tra tutti i problemi gravi e impellenti della comunità, perché occuparsi proprio di questo?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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