È l'unico genere musicale che non sia una costola del rock-blues angloamericano anni '60. Nasce, è vero, occhieggiando ai suoni inglesi dei Nice di Keith Emerson o alle prime uscite «bachiane» dei Procol Harum ma poi, con l'uscita dello storico In the Court of the Crimson King dei King Crimson - l'album che fece partire la stagione del progressive rock - si trasforma da pop italiano a rock progressivo italiano dominando la scena tra il 1970 e il 1977. Si divide in mille rivoli chiamati rock sinfonico, rock barocco ecc. comprende centinaia di gruppi, da Le Orme (Collage è definito il primo vero album progressive nostrano\] e Pfm, Banco, Balletto di Bronzo, Trip, Rovescio della Medaglia, Osanna, Quella Vecchia Locanda e altre decine di gruppi i cui dischi oggi sono gioia e disperazione dei collezionisti di tutto il mondo (soprattutto americani e giapponesi).
Per questo Franco Brizi pubblica Volo magico. Storia illustrata del rock progressivo italiano (Arcana), volume definitivo sulla storia di questo movimento con - anno per anno - la rassegna stampa, una guida all'ascolto, la cronologia degli avvenimenti e il grado di rarità di ogni singolo album. «Quanti crediti deve il prog - domanda Claudio Rocchi nella prefazione - come ogni linguaggio, a chi è venuto prima?». Per questo l'autore, accanto a dischi ultrarari e introvabili come il singolo dei Vocals Il cuore brucia (cover di Into the Fire dei Deep Purple) o Onorata società dei Why? cita anche i prodromici Senza orario senza bandiera dei New Trolls, l'innovativo Contrasto dei Pooh (di cui la band chiese il ritiro dal mercato dopo la pubblicazione) e parte dagli esperimenti fine anni '60 sta nascendo coi Quelli, i dedalus, Battiato, gli esperimenti della Formula 3 come quelli de Le Macchie Rosse, i Myosotis, gli Alusa Fallax o da Dietro Noi il Deserto, la band dark guidata da Antonio Bartoccetti (leader anche degli Invisible Force) i cui singoli sono una irraggiungibile chimera. C'è di tutto e di più; la storia definitiva del progressive italiano ma anche una contaminazione che spazia in mille sottogeneri e in tanti episodi isolati «che a nostro avviso cozzano amabilmente con la filosofia progressive più pura», scrive Innocenzo Reni nell'introduzione. Del resto il progressive è soprattutto un movimento underground; si ricordano le decine di festival controculturali, così come è emblematica la pubblicità del singolo Annalisa dei New Trolls con la scritta «Una canzone non accettata al Festival di Sanremo... un disco da ascoltare subito!».
Franco Mussida, chitarra della Pfm, ci spiega il progressive come «un superamento del mondo della canzone semplice, una specie di pozione magica in cui la musica prende il sopravvento sulla parola e racconta storie legandosi ai suoni classici, al jazz, all'improvvisazione». Un cocktail che trova la perfezione con opere come Storia di un minuto della Pfm, e la blasonata suite «fantascientifica» Sirio 2222 del Balletto di Bronzo.
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