Cultura e Spettacoli

Luca De Filippo, 60 anni di teatro nel nome di papà Eduardo

Ha portato il peso di essere un figlio d'arte, e che figlio d'arte Luca De Filippo, figlio del grande Eduardo, scomparso all'improvviso, per un male fulminante e incurabile, a 67 anni. Era stato ricoverato solo pochi giorni fa, ma subito le sue condizioni erano apparse disperate. Nato a Roma nel 1948 da Eduardo e dalla soubrette Thea Prandi, Luca cominciò a calcare il palcoscenico a sette anni, nel 1955, nel ruolo di Peppeniello nell'indimenticabile Miseria e nobiltà del nonno (quanti celeberrimi artisti popolari in famiglia!) Eduardo Scarpetta. Quest'anno aveva debuttato con la commedia Non ti pago, le cui recite si sono da poco interrotte. De Filippo ha una carriera lunga ed articolata, in parte vissuta all'ombra del padre, in parte basata sulle sue intuizioni e sperimentazioni. Il suo vero debutto avviene a vent'anni, ne Il figlio di Pulcinella, sempre di Eduardo, dove usa lo pseudonimo di Luca Della Porta per smarcarsi dalla ingombrante figura del genitore e non sembrare un «raccomandato». Con il padre portò in teatro e in televisione commedie popolari entrate nell'immaginario collettivo (non solo partenopeo) come Filumena Marturano, Il sindaco del rione Sanità, Napoli milionaria, Natale in casa Cupiello, Gli esami non finiscono mai, Voci di dentro.Fisicamente, soprattutto col passare degli anni, ricordava molto Eduardo, anche se molto più in carne, ma reinterpretava le sue opere rivisitandole con estro e gusto moderno pur con estremo rispetto della tradizione. «Non ho fantasmi di cui liberarmi - diceva a chi gli domandava del suo rapporto con papà -; con Eduardo abbiamo avuto le nostre litigate. Ma averlo avuto accanto è stato un privilegio di cui sono orgoglioso, come lo sono di appartenere a una famiglia che fa teatro da tre generazioni». Infatti Luca ha avuto una brillante e variegata carriera fatta anche di regie liriche e di ruoli in film e sceneggiati tv firmati dalla Wertmüller, da Squitieri, da Muccino. Si è dedicato anche al teatro contemporaneo, interpretando e firmando la regia di opere di Pinter, Beckett, Feydeau.

Negli anni 2000 riprende grandi successi del padre come Napoli milionaria e torna alla regia con opere come Le bugie con le gambe corte, di cui è anche interprete, e la Grande magia (2012).

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