Massimiliano Ossini: "In tv e nella vita vado a passo lento"

Massimiliano Ossini: "In tv e nella vita vado a passo lento"

Il suo volto è sempre più presente in Rai, ma in questi giorni Massimiliano Ossini ha una novità in tasca. È appena uscito Kalipè-Lo spirito della montagna (ed. Rai Libri), il suo primo libro, un'autobiografia, che racconta la montagna come metafora della vita: dai primi passi verso la carriera di conduttore ai successi, dai momenti di difficoltà all'emozione della paternità. Sul fronte tv oltre ad essere tutti i weekend su Raidue con Mezzogiorno in famiglia lo vediamo anche a Uno Mattina su Raiuno, dove ogni venerdì conduce lo spin-off Aspettando Linea Bianca. Dal 1 dicembre torna la nuova edizione di Linea Bianca su Raiuno.

Ossini, ora è anche scrittore...

«Ebbene sì. In questi anni ho girato l'Italia per lavoro e la montagna si conferma il mio ambiente preferito. Ti dà modo di pensare, di stare in silenzio a contatto con te stesso. Ho avuto voglia di condividere le mie riflessioni».

Quanto tempo ha lavorato a questo libro?

«Due anni. Almeno due volte l'anno dobbiamo prenderci un periodo solo per noi stessi, a contatto con la natura».

E il titolo, Kalipè?

«Un termine himalayano, una metafora. Significa camminare sempre a passo corto e lento. Si riferisce a quei gesti piccoli, concreti, ripetuti, che ci cambiano la vita. Un concetto che ho applicato anche alla mia carriera. Questo libro è un inno al silenzio, alla tv più pacata e non urlata, come quella che abbiamo cercato di fare a Uno Mattina Estate».

Le vette più alte che ha scalato, a livello personale e professionale?

«Il problema di salute di mia moglie, che dieci anni fa, in attesa del nostro terzo figlio, ha combattuto un tumore alla tiroide. E sul lavoro, nel 2010. Avevo appena finito Linea Verde, che era andato molto bene. Avevo in ballo la conduzione di Cose dell'altro Geo, su Rai3, ma la conferma tardò fino a settembre. In quel periodo di silenzio mi sentivo teso, nervoso, mangiavo poco. Ma non volevo farlo vedere ai miei tre figli».

Come ne è uscito?

«Proprio grazie alla loro energia positiva. Lì ho capito che non potevo far dipendere il mio umore da un momento di passaggio sul lavoro».

Ora la Rai sembra pensare a lei sempre più spesso.

«È arrivato tutto coi tempi dovuti, piano piano. Cerco di fare una tv antica, nel senso di elegante. I miei modelli sono Corrado, Frizzi, Baudo, Bongiorno. Quella tv studiata, e mai improvvisata, come quella che si fa da Michele Guardì, per intenderci. Cerco di entrare nelle case della gente con educazione. E di valorizzare buoni esempi».

Tra poco ricomincia Linea Bianca.

«È scritto da me, quindi lo sento mio in modo

particolare. Ma anche Uno Mattina Estate è stato stimolante, se me lo chiedessero, lo rifarei. Vi diro, ora mi piacerebbe condurre un quiz di cultura. Chi ricorda il mio Sei più bravo di un ragazzino di 5°? Ecco, uno così».

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