"Credo che una tv di Stato dovrebbe avere un tetto massimo. Mi sorprende vedere certe cifre che reputo incredibili per una tv di Stato. E poi essere produttore e conduttore del proprio programma.... mi lascia basito". Massimo Giletti non usa giri di parole per rispondere a una domanda sui guadagni del collega Fabio Fazio. Ospite del programma tv "Belve", il conduttore di "Non è l'arena" va all'attacco contro il presentatore savonese, al centro ormai da diversi mesi di una feroce polemica a proposito del maxi stipendio da 2,2 milioni di euro che ogni anno gli paga viale Mazzini. Un ingaggio principesco contro il quale si sono scagliati a più riprese - e per ora senza risultato - il vicepremier Matteo Salvini ("Si riduca lo stipendio"), il presidente della tv pubblica Marcello Foa ("Stipendio troppo elevato") e la Procura Regionale per il Lazio della Corte dei Conti, che da maggio indaga per un possibile danno erariale.
Ora anche Giletti si iscrive all'esercito dei nemici di Fazio (anche se in realtà i rapporti tra loro non sono mai stati idilliaci). E ora le tensioni tra loro sono destinate ad aumentare, dopo l'attacco in piena regola che l'ex presentatore Rai ha sferrato contro il collega, parlando del suo stipendio e del diverso trattamento da lui avuto quando lavorava ancora per la tv pubblica. "Credo che una tv di Stato dovrebbe avere un tetto massimo (agli stipendi, ndr), mi sorprende vedere certe cifre incredibili, le reputo incredibili per una tv di Stato. Poi c'è chi ha procuratori molto bravi e riesce a fare dei contratti sui quali qualche punto interrogativo me lo pongo, ecco", ha detto Giletti, prima di esprimere il suo stupore per il doppio ruolo di Fazio come produttore e conduttore di "Che tempo che fa": è una cosa che "mi lascia basito", ha ammesso Giletti, raccontando che ai tempi de "L'arena" "non riuscivo a far avere 100 euro in più ai miei collaboratori, facevo fativa a fargli avere un minimo in più, nonostante i grandi successi che avevamo. Poi scopri un'altra realtà, e qualche domanda te la fai".
Ma quindi - domanda della giornalista - sono bravi
gli agenti o deboli i direttori?". Risposta di Giletti: "Non mi compete più, sono fuori. Basta l’intelligenza di chi legge e di chi vede le carte", il commento finale del giornalista torinese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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