Cultura e Spettacoli

"La mia estate di levatacce: tanta informazione col sorriso"

Il conduttore al timone di "Unomattina": "Il programma ha un'impronta più adrenalinica, un po' all'americana"

"La mia estate di levatacce: tanta informazione col sorriso"

Tiberio Timperi è uno dei volti Rai meno «gossippati» del panorama tv. Dopo aver portato, con Ingrid Muccitelli, Unomattina in Famiglia a picchi di share del 26 per cento, ora è al timone di Unomattina Estate, con Valentina Bisti. Sta vivendo un buon momento, sul lavoro e nel privato. «Posso dire, a 53 anni, di aver avuto ciò che volevo dal lavoro e dalla vita. E nel modo in cui speravo, cioè senza mezzucci, né scorciatoie». Timperi non ha nemmeno agenti alle spalle... «Mi piace pensare che possa bastare lavorare bene, per essere riconosciuti. Certo, forse avrei potuto avere qualcosa in più nella mia carriera, ma esiste anche la vita privata». Bastano queste due informazioni per capire il perché sia uno dei volti più discreti e versatili della tv di questi tempi. «Sono fatto così. Ho una mia etica, cerco sempre di arrivare in orario, anzi, se posso, un po' prima».

Partiamo da Unomattina Estate. Com'è?

«L'impronta che gli ha dato Mario Orfeo, ora nuovo direttore generale, è quella di una trasmissione aperta all'informazione, adrenalinica, che si plasma alle esigenze quotidiane, molto all'americana».

Non è certo la sua prima esperienza di tv a contatto con l'attualità stretta...

«A Telemontecarlo, già 25 anni fa mi sperimentavo in un lavoro del genere con TMC News. Sono tornato alle origini».

Perché la direzione di Raiuno ha pensato a lei per UnoMattina Estate?

«Provo a fare un'ipotesi. Ho dimestichezza col pubblico del mattino, con le notizie e con la conduzione famigliare. Sono caratteristiche che in molti hanno, ma trovarle tutte insieme non è facile. Poi ho esperienza. Oggi per fare il conduttore servono almeno 15-20 anni sul campo, il tempo giusto per maturare. Quando si parla di Falcone e Borsellino io c'ero, per intenderci, li ho vissuti».

Era al Tg4...

«Feci la diretta durante l'attentato a Borsellino. Da Palermo mi dissero che poteva essere coinvolto il giudice e non lo riferii agli spettatori, perché ancora non era stato dato il nome ai famigliari. Emilio Fede mi rimproverò molto per questo scoop mancato. Ma continuo a credere che il rispetto per la famiglia venisse prima di tutto, in quel caso. Quell'attrito con Fede mi ha fatto allontanare dal giornalismo per tutti questi anni. Rimasi al Tg4 fino al '96, con molta difficoltà. Per me si è trattato di rispetto per un uomo che ha fatto tanto per lo Stato e per i suoi cari».

Ha condotto di tutto, ha fatto radio e recitato in qualche fiction. Le è rimasto qualche desiderio professionale?

«Sono un appassionato di motori. Non abbiamo una trasmissione che ne parli e magari esalti i marchi italiani, penso a Ferrari, Maserati. E poi entro i sessant'anni mi piacerebbe passare anche dall'altra parte della barricata per costruire il prodotto, televisivo o radiofonico che sia. O dirigere una squadra. A un certo punto non vorrei costringere il pubblico a sorbirsi Timperi in tv per troppo tempo».

Pensa mai a un ritorno in altre emittenti?

«Per il momento sto bene in Rai, se non sarà più così, cercherò garbatamente di ricollocarmi senza fare troppe scene o troppi proclami...»

Riassuma. La sua estate, dunque, come sarà? Giornata tipo.

«Sveglia alle 4, uno sguardo ai tg e ai siti dei principali quotidiani. Colazione, barba e in Rai alle sei meno un quarto. Dovrei prendere lo stipendio da metronotte»

Vacanze non ne farà?

«Mi annoiano. Non sopporto la fatica del fare la valigia, lo stress della partenza e peggio ancora, quello del ritorno. La vacanza è uno stato d'animo, a me basta avere l'amaca sul terrazzo, un buon libro, il frigorifero a portata di mano..

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