Cultura e Spettacoli

Sanremo, ora si pensa a Mina direttore artistico per il 2020

Lo rivela il figlio-produttore Massimiliano Pani, che chiede alla Rai le “dovute garanzie” per il clamoroso ritorno della madre all’Ariston

Sanremo, ora si pensa a Mina direttore artistico per il 2020

Mina potrebbe essere il direttore artistico del Festival di Sanremo 2020 al posto di Claudio Baglioni. La suggestione arriva dal figlio-produttore Massimiliano Pani. In un'intervista concessa al Messaggero, Pani ha rivelato che ci sarebbero in corso delle trattative per un clamoroso ritorno della voce più bella della canzone italiana dietro la macchina organizzativa dell’Ariston. Se venisse chiamata per elaborare le linee guida della kermesse, lei non direbbe di no.

Se la Rai – ha rivelato Pani – le chiedesse di scegliere i brani in gara e le permettesse di mantenere la visione artistica, credo proprio che accetterebbe”. Mina, spiega il figlio, guarda “da sempre con attenzione” il Festival: “Ha grande cultura musicale. Ogni tanto mi dice: mi compri un disco di questo tizio? Poco dopo si rivela un successo internazionale. È una fuoriclasse nell’intuire il potenziale prima degli altri”.

Mina, ritorno a Sanremo nel 2020?

In questo modo, Mina rinuncerebbe al suo buen retiro che dura da quarant'anni. E che nonostante tutto, la rende la più global delle star anche su YouTube. Pani racconta che la decisione di “scomparire” arrivò “quando si rese conto che la tv andava in una direzione a lei poco gradita. La musica in tv è usata come pretesto, invece per lei è anima, sangue e cuore”.

Una scelta che è difficile da far capire all’esterno, soprattutto agli stranieri. “Mandano una proposta, lei rifiuta e loro triplicano la cifra economica, pensando che tutto abbia un prezzo”, ha raccontato il figlio. “Per Mina, senza snobismo, la libertà – aggiunge – è una prerogativa. Dice no a proposte hollywoodiane e sì al rapper Mondo Marcio o agli Afterhours, quando molti non li conoscevano”.

Sanremo 2020, che potrebbe avere Amadeus come conduttore (secondo il settimanale ‘Chi’ “mancano solo le firme”), sarebbe un’opportunità davvero speciale: l’edizione dei 70 anni del Festival.

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