Alcune settimane fa Flavio Insinna, chiusi gli ultimi pacchi di Affari tuoi, già faceva le valigie per le vacanze. All'improvviso lo convocano ai piani alti di viale Mazzini: "Quelli dei megadirettori stile Fantozzi precisa lui - con le poltrone di pelle umana e l'acquario per gli impiegati". Era il direttore di Rai Sport, Romagnoli: "Chiamatemi quello delle scatole! aveva tuonato -, e speriamo che non le rompa!". Inizia così l'avventura de Il grande match: dopo-partita degli Europei di calcio, disimpegnato come si fosse nel salotto di casa, tra un po' di musica e due spaghetti improvvisati. Solo che in poltrona ci sono Marco Tardelli, Arrigo Sacchi, Ivan Zazzaroni, Federico Balzaretti, Gianni Cerqueti, le canzoni di Luisa Corna e le gag di Nino Frassica.
Il calcio da noi è cosa sacra. Come vi è venuta l'idea di prenderlo così, in totale souplesse?
"Per chi ama il calcio sacro ci sono già i programmi adatti, tipo Processo del lunedì. Noi cerchiamo solo di portare in tv il clima che c'è nelle case degli italiani: io sono solo il primo (e più fortunato) fra gli spettatori di queste partite. Così in studio le seguiamo come si farebbe in salotto: seduti sempre nella stessa formazione, possibilmente sempre con gli stessi vestiti E alla fine agito il tricolore pensando a mia madre, che anche ottantenne e riservatissima, se gioca l'Italia inalbera pure lei alla finestra il bandierone".
Però, dica la verità: tutta quest'allegria, se l'Italia non avesse sempre vinto
"Anche noi come gli azzurri ci siamo detti: partiamo a fari spenti. Il clima caldo è cresciuto via via. Arriva Giuseppe Galderisi e ti canta Mi vendo di Renato Zero. Balzaretti fa la carbonara, e Max Tortora lo sfida (ma la carbonara di Tortora è da sette; quella di Balzaretti da nove); mentre Andrea Fusco lancia la pubblicità come farebbe George Clooney negli spot del caffè. E ai gol degli azzurri io esulto abbracciando Marco Tardelli; proprio come trentasei anni fa esultai al gol che lo stesso Tardelli fece agli europei contro l'Inghilterra".
Nonostante il successo di uno share medio di 15,64, qualcuno vi trova chiassosi, superficiali, banali
"Non si può piacere a tutti. Pazienza. Se uno vuole approfondimenti tout court ci sono i canali tematici. Noi cerchiamo di fare un programma di contaminazioni: commenti tecnici, una risata, un ospite che viene a trovarci, e magari un quiz sui protagonisti degli Europei. Io non ho velleità da tecnico: agli esperti faccio le domande che farebbe un semplice tifoso. E loro mi rispondono con semplicità. Se intervisto Dino Zoff, poi mi faccio firmare i guantoni con cui giocavo da portiere. Ma non smonto il rito. Esprimo lo spirito di quello scrittore che disse. Se dovessi spiegare ad un bambino cos'è la felicità, gli darei un pallone".
L'impressione è che Insinna sia sempre più conduttore e sempre meno attore.
"Mica vero. Ad ottobre andrà in onda il film tv La classe degli asini, che ho girato per la Rai con Vanessa Incontrada e Fabio Troiano, sulla chiusura delle classi differenziali avvenuta nell'Italia degli anni '50. E poi a teatro riprenderò La macchina della felicità, tratto dal mio omonimo romanzo. Io non sono di quelli che dicono Il cinema non mi ha capito. No, no: mi ha capito benissimo! Io la penso come Luciano Salce: Non ci sono geni incompresi. Solo cretini capiti. Da noi, se sai fare più cose, pare quasi che te ne debba vergognare. Un attore che fa il conduttore? Scandalo!. Ma per me conta quel che mi ripeteva il mio maestro Gigi Proietti: Fare spettacolo è come fare l'interprete. Più lingue parli, più lavori".
Lei è molto popolare. Ma evita ostinatamente il gossip. Scelta accurata o pura casualità?
"Inevitabilità. Che diamine può esserci d'interessante nella vita privata di uno che lavora diciotto ore su venti, che abita ancora con la mamma, che non s'è mai fidanzato con una velina? Se tutti i personaggi popolari fossero come me, a quelli che fanno gossip toccherebbe aprire una merceria. E poi i grandi amori finiscono appena se ne parla. Il giorno che dicessi Sono innamoratissimo pam! Cadrei dal cornicione".
Sapeva di essere un'icona gay?
"Si, me l'hanno detto, e mi diverte molto. Anche se non mi pare rappresenti un particolare titolo di merito.
Io non sarò mai di quelli che si vantano: I miei migliori amici sono gay. Non divido gli esseri umani in categorie. Non li classifico in base alla loro sessualità. I miei migliori amici sono i miei migliori amici. Punto".
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