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"Il mio successore? Non è detto che sarà italiano". Giorgio Armani rivela il futuro del marchio made in Italy

Fatti e misfatti di una società che resta il marchio più celebre al mondo: Giorgio Armani rivela il suo futuro e parla della sua eredità in una recente intervista

"Il mio successore? Non è detto che sarà italiano". Giorgio Armani rivela il futuro del marchio made in Italy

Lui è l’imprenditore che ha fatto conoscere il marchio e la bellezza della moda italiana nel mondo. Giorgio Armani resta ancora oggi uno degli stilisti più apprezzati, un imprenditore nato che sa cogliere e che sa rispondere alle esigenze di mercato. Rivela tutto se stesso in una recente intervista su "Panorama".

"Se la moda italiana vale il 4% del PIL? Se la moda in Francia cresce di più? Sono due dati che non si possono mettere a paragone, le realtà sono differenti. Come imprenditore ho sempre pensato di agire con cautela, di essere equilibrato," rivela. "Sono sempre dell’idea che vale la libertà di scelta, quella che ti permette di decidere, di crescere e di crescere in libertà. Proprio come è successo negli ultimi anni." Pochi debiti e tantra liquidità, per Giorgio Armani è una vera sfida. "Equivale a indipendenza e solidarietà. In ogni modo si può rimediare a situazioni impreviste senza dover ricorrere a soluzioni estreme", afferma senza mezzi termini. E sul controllo di alcune aziende straniere da partner stranieri: "Si può trovare una certa armonia. Per la moda italiana il futuro è radioso. Già a settembre ci sono grandi cambiamenti in atto. Bisogna fare squadra, creare sinergie".

E sulla "Fondazioni Armani" lo stilista afferma che "c’è un doppio compito. Da una parte è per reinvestire capitali a scopo benefico, dall’altra assicura al gruppo stabilità e coerenza con i principi. Ha un nuovo ente dal 2016, ma io resto a guidare l’azienda." Anche sull’eredita Giorgio Armani ha le idee ben chiare. "Sono importanti tutte quelle persone che hanno lavorato insieme a me nel corso del tempo. Ancora non esiste il mio successore", rivela con fermezza. "Non è detto che, se e quando ci sarà, il mio erede debba essere necessariamente un italiano”, continua. “Allevare un giovane Giorgio Armani non è un errore.

Ho una schiera di talenti", conclude.

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