Coronavirus

Mogol riscrive "Il mio canto libero": ecco ​l'inno dei medici contro il coronavirus

Il classico di Battisti e Mogol, datato 1972, è stato riscritto e adattato dal maestro e cantato dai camici bianchi in corsia nei giorni dell’emergenza coronavirus. Il video pubblicato sul web è già diventato virale

Mogol riscrive "Il mio canto libero": ecco ​l'inno dei medici contro il coronavirus

In un momento in cui solo la musica sembra essere in grado di donare un po' di speranza, Mogol ha deciso di riscrivere e dattare uno dei suoi brani più famosi, "Il mio canto libero", trasformandolo - grazie alla musica e alle voci di decine di medici e di infermieri - in un inno contro il coronavirus.

"In un mondo che... fa paura ormai, noi ti aiuteremo sai... Tutto passerà, e sorriderai, noi ce la faremo, sì, lo vedrai. Adesso resta a casa, esci solo per la spesa, domani è un nuovo giorno...", sono alcune delle parole scritte dal maestro Giulio Rapetti, in arte Mogol, nella rivisitazione de "Il mio canto libero". L’iniziativa, nata grazie alla collaborazione tra il maestro e la Federazione italiana delle Società medico scientifiche (Fism), ha visto protagonisti medici e infermieri di tutta Italia che, uniti ma distanti, hanno eseguito il brano - in voce e musica – riscritto appositamente da Mogol. I camici bianchi e verdi, fra un turno e l'altro, dalle proprie case o da una stanza di ospedale, hanno realizzato il video della canzone per invitare gli italiani a restare a casa e dare loro un momento di speranza, mentre negli ospedali di tutto il paese si combatte la "guerra" contro il Covid-19. Parole semplici ma dirette che fanno da filo conduttore tra gli italiani e gli operatori sanitari in questo drammatico momento di emergenza.

Il video musicale è stato pubblicato sulla piattaforma web di Youtube nelle scorse ore e sta riscuotendo un grande successo di visualizzazioni. L'inno, il cui video è stato condiviso anche sul sito istituzionale del Ministero della Salute, è nato da desiderio di raccomandare agli cittadini di restare a casa, ma anche di donare conforto e speranza da chi è in prima linea contro il coronavirus. Il testo è stato scritto appositamente per i camici bianchi da Mogol, che ha rivisto le parole originarie di uno dei classici della canzone italiana, composto nel 1972 con Lucio Battisti. Un brano che suona in questo difficile momento come un vero e proprio inno alla speranza. "L'idea di interpretare la canzone, ovviamente a distanza - si legge in una nota della Fism - è nata per sottolineare come il difficile lavoro negli ospedali debba essere sostenuto dall'impegno di tutti. Per farlo abbiamo scelto di valorizzare le capacità musicali di tanti professionisti delle corsie di tutta Italia.

Ne è nato un vero e proprio inno che, pur nella fatica, non abbandona la speranza".

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