
Intanto è un cast a scatola chiusa: nessuno ha ancora ascoltato i brani in gara. E quindi la valutazione potrebbe cambiare. Però sulla carta i Big del Festival di Sanremo prossimo venturo hanno una caratteristica comune: sono inattaccabili. Finite le polemiche sull'eccesso di reduci da talent show (Noemi, Valerio Scanu, Annalisa, Francesca Michielin e Lorenzo Fragola si sono ormai affrancati dalla solita tiritera accusatoria), archiviata l'era dei Sanremosauri con decine di edizioni alle spalle (c'è solo Patty Pravo, che è sui generis ovunque vada), il secondo Festival di Sanremo di Carlo Conti parte con un cast ecumenico, destinato a scontentare soltanto gli irriducibili della polemica o i confusionari convinti che l'Ariston debba essere lo specchio di tutta la canzone italiana, visto che ne è da sempre solo il manifesto pop, mica alternative, post grunge o chissà cosa. E tra i venti cantanti in gara (che Conti ha annunciato ieri all'Arena di un Giletti sempre abilissimo a tenere alta la tensione, lo scrivo da testimone diretto) ci sono tutte le frange del pop e del feuilleton festivaliero. Il ritorno di Dolcenera, reduce da un disco molto buono e molto alto. Il confronto a distanza ravvicinata tra Elio e Morgan, che dopo essersi strapazzati a X Factor si ritrovano a gareggiare proprio dove meno se lo sarebbero immaginato (uno con le Storie Tese, l'altro con i rinati Bluvertigo). La scommessa tra Alessio Bernabei e la sua ex band Dear Jack che torna all'Ariston dopo un anno con un altro cantante. E se Arisa è forse la sfida più imprevedibile, il parterre du roi è garantito, oltre che dalla rinata Patty Pravo, da Enrico Ruggeri, due vittorie alle spalle e inconsapevole maître a penser del nostro pop, e dagli Stadio di Gaetano Curreri, uno dei più grandi autori della storia musicale italiana. In più, una coppia che nessuno si aspettava: Deborah Iurato e il sempre più sorprendente Giovanni Caccamo. Sul rap c'è un però. In gara, oltre a Neffa che ha un nobile passato nel settore, ci saranno Rocco Hunt e Clementino, entrambi bravi (Rocco Hunt ha già vinto tra i giovani, Clementino è da scoprire per il grande pubblico) ed entrambi napoletani quasi non ci fossero in Italia altre grandi fornaci hip hop (vedi hinterland milanese, a esempio).Però sono dettagli. C'è invece da festeggiare il ritorno di Irene Fornaciari (che è molto più di quanto ha fatto vedere finora) e degli Zero Assoluto, già in gara nel 2007. «Ora non li elenco tutti ma tra gli autori delle canzoni ci sono grandi nomi, qualcuno imprevedibile», ha detto Conti ieri durante l'Arena. E sembra che il brano di Valerio Scanu (vincitore dell'ultimo Tale e Quale) sia stato firmato da una grande penna che ha composto per altri interpreti soltanto due volte. Un piccolo mistero.
Ma a fare la differenza di questo Festival sarà soprattutto l'abilità di Carlo Conti nell'aprire una parentesi dentro la cronaca. E, anche a giudicare dai cantanti in gara, la sessantaseiesima edizione del Festival sarà una boccata d'ossigeno tra una brutta notizia e l'altra.