Niente più incubi Morto Wes Craven genio dell'horror

Il regista di "Nightmare" e "Scream" in 40 anni ha superato qualsiasi confine della violenza

Niente più incubi Morto Wes Craven genio dell'horror

Niente più attacchi di panico. Stop all'adrenalina: Wes Craven, il maestro americano dell'horror puro, quello che porta gli spettatori a conficcare le unghie nei braccioli della poltrona, è morto domenica a Los Angeles e ha smesso di creare incubi. A 76 anni se l'è portato via lo stesso male incurabile al cervello che ha colpito il neurologo e scrittore Oliver Sacks, ventiquattr'ore prima. È stato Craven, lungo una prolifica carriera durata decadi, a spostare sempre più in là i confini del genere horror, partendo dal suo film d'esordio L'ultima casa a sinistra (1972). Un film talmente violento che in Inghilterra venne bloccato dalla censura.

Eppure Wes, nato il 2 agosto 1939 a Cleveland, nell'Ohio, inizialmente non era quello che si definisce un cinefilo: i suoi genitori, cattolici osservanti, da ragazzino gli vietavano di frequentare le sale cinematografiche e quando si trasferì al Wheaton College, per studiare inglese e psicologia, continuò a rimanere lontano dal grande schermo. «Frequentavo un college cattolico, dove venivi espulso se ti beccavano a entrare in un cinema. Era ridicolo», ha raccontato il regista al Los Angeles Times nel 2010. Ma la svolta avvenne dopo il master in filosofia e tecniche di scrittura alla John Hopkins University, quando gli venne offerto d'insegnare al Clarkson College di Potsdam, vicino a New York: era una città piena di sale cinematografiche e lì sbocciò la passione per la Settima Arte.

Il successo de L'ultima casa a sinistra , ispirato alle atmosfere surreali care al regista svedese Ingmar Bergman, gli aprì i cancelli dorati di Hollywood, che cominciò a chiedergli di sfornare titoli analoghi. Lui rispose creando Le colline hanno gli occhi (1977) e Un vampiro a Brooklyn (1995). «Nessuno va a dormire augurandosi un incubo, ma se proprio bisogna averne uno, meglio che sia firmato Wes Craven», ha twittato il cinecritico Richard Roeper. Chi ha visto Le colline hanno gli occhi , ricorderà l'assoluto terrore di quella famiglia americana che viaggia in roulotte, alla volta d'un deserto circondato da colline inquietanti, dotate di sguardo paranormale.

Nonostante la sua prolifica produzione di angosce d'autore, Craven era un tipo estremamente gentile e riservato, come ha ricordato Rose McGowan, star della sua serie di culto Scream . Una serie nata nel 1966 e che ancor oggi detta legge, ispirando gli horror-movies concepiti per i giovani adulti. E come tutti i creativi che vengono associati a un target preciso, Wes desiderava liberarsi dai lacci del terrore da lui stesso annodati in una ventina di lungometraggi. Così, quando Bob e Harvey Weinsten gli proposero, nel 1999, di girare La musica del cuore , film sentimentale di un insegnante di violino che, ad Harlem, porta la musica nel cuore degli studenti più poveri ed emarginati (starring Meryl Streep), accettò di corsa.

Per fortuna, verso la fine della sua quarantennale carriera, Craven era riuscito a far pace con la sua reputazione di spaventatore doc, diventando anche produttore di serie televisive di successo, come Scream trasmessa da Mtv, quindi romanziere. «A volte combatti contro quello che fai. Poi, un certo punto ti dici: va bene, alla gente piace quel che fai. Ho capito, in finale, d'aver lasciato un segno nel cinema americano, in un modo o in un altro», ha confessato in un'intervista alla ABC.

Inventore della fortunata saga Nightmare , della quale nel 1994 ha diretto un curioso spin-off, con Freddy che torna con l'intenzione di uccidere gli attori della saga, Craven è stato anche uno scopritore di talenti: a un fin lì sconosciuto Johnny Depp affidò il successo della serie Freddy Kruger. Dal profondo della notte , otto film che regalarono al pubblico notti insonni.

Freddy, strano essere dal volto deturpato, che si serve d'una mano metallica dotata di lame è ormai entrato nell'immaginario collettivo della tremarella pop-corn. E lì Depp impersonava Glen, ucciso da Freddy in una delle scene più terrificanti di sempre. Anche Sharon Stone è una scoperta di Wes: nel 1981 offrì all'ignota biondina un ruolo di rilievo in Benedizione mortale .

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