"Non avrei mai creduto di cantare dal vivo un brano di mio nipote"

Domani il primo dei 21 concerti al Teatro Duse di Bologna: "Intervisterò il pubblico sul palco"

"Non avrei mai creduto di cantare dal vivo un brano di mio nipote"

Ormai è Morandi & Co. E lasciate perdere Tredici Pietro, il figlio ventiduenne che si è fatto conoscere come trapper senza (giustamente) sfruttare il cognome del padre. Ora nella meravigliosa carriera di Gianni Morandi entra anche il nipote Paolo Antonacci, che è figlio di Biagio e di Marianna Morandi ed è già un autore di brani molto ricercato. «Mai avrei detto che avrei cantato una canzone scritta da mio nipote» ha spiegato il nonno poco prima di fare la prova generale del suo nuovo spettacolo, che si intitola Stasera gioco in casa, proprio come il titolo della nuova canzone. Teatro Duse a Bologna. Da domani Gianni Morandi terrà ventun concerti fino al 26 gennaio in una sorta di «residency» che ricorda quella delle popstar a Las Vegas ma ha anche un sapore d'altri tempi: «Qui a Bologna negli anni Sessanta si tenevano concerti nei teatri per una settimana, anche dieci giorni», dice lui che ha sempre la fascinosa capacità di mescolare presente e passato quasi raccontando la storia del nostro costume. È Morandi, dopotutto, mica una meteora qualsiasi.

Ma scusi perché proprio al Teatro Duse?

«Perché qui ho debuttato 55 anni fa».

E come mai ha scelto di dare ai concerti il titolo della canzone inedita?

«Credo sia rarissimo che un nipote scriva una canzone per il nonno, forse non è mai accaduto».

Com'è nata?

«Stavo cercando un brano inedito ma non riuscivo a trovarlo. Un giorno ho incontrato mio nipote e gli ho chiesto una canzone quasi per scherzo. Pensavo mi mandasse via ridendo».

È un autore già conosciuto, perché non avrebbe dovuto scriverla?

«Ha già firmato per Nek, Amoroso e altri, ma sono suo nonno, insomma...».

E invece?

«E invece dopo qualche giorno si è presentato con la canzone pronta».

E lei che cosa ha provato?

«Quando l'ho cantata ho sentito un brivido, quasi mi sono commosso. Poi però mi metto anche nei panni di mia figlia che si ritrova con il proprio figlio che scrive una canzone per il proprio padre...». (ride - ndr)

Il concerto avrà anche un omaggio a Lucio Dalla.

«Eh sì, Lucio ed io venivamo al Duse anche come spettatori. Poi abbiamo fatto 130 concerti insieme e trascorso tanta vita nel corso degli anni, ha scritto per me brani meravigliosi come Occhi di ragazza. Come potrei dimenticarlo?».

Però il concerto sarà anche un omaggio di Morandi alla vita di Morandi.

«Sì, racconterò qualcosa di questi miei 50 o 60 anni in scena. Gli inizi con la maestra Scaglioni, mio papà che mi diceva vai pure a cantare ma poi torna qui a lavorare perché cantare che mestiere è? e altri episodi della mia storia. E poi, la seconda parte del concerto vorrei che diventasse più libera e che il pubblico scegliesse le canzoni. Farò anche salire il pubblico a raccontarsi in scena. Certo, non potranno mancare i miei classici, ma ci saranno anche altri brani».

I migliori li conosciamo tutti. Ma qual è il peggior brano di Gianni Morandi?

«Mah, ce ne sono alcuni. Adesso mi viene in mente Chissà però con un testo che faceva Non cercare una mela sul pero/ perché non c'è/ ci credi o no, chissà però/ Se un somaro si mette il pigiama/ una zebra non è. Una roba...». (ride - ndr)

E i suoi preferiti?

«Sono tre. Andavo a cento all'ora, la mia prima, il mio debutto. Uno su mille, che è il brano della mia rinascita. Poi C'era un ragazzo, che è un brano impegnato, nessuno voleva farmelo cantare ma ho insistito. Sa, ero figlio di un attivista...».

A proposito, le elezioni in Emilia Romagna si avvicinano.

«No, non mi faccia parlare di politica, io canto per tutti».

Allora parliamo di tv. Tornerà sull'Isola di Pietro, la fiction di Canale 5?

«In vacanza magari sì, per girare un'altra stagione non so ancora...».

Infine c'è Sanremo. Amadeus?

«Il pubblico non lo accetta, lo ama. Sanremo fa sempre preoccupare ma lui si merita questa grandissima esperienza».

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