Cultura e Spettacoli

"Non voglio più vivere in Italia". Il duro sfogo di Francesco Facchinetti

Il cadavere di un suo conoscente è rimasto per cinque ore sull'asfalto dopo un incidente a causa di un cavillo burocratico: lo sfogo di Francesco Facchinetti

"Non voglio più vivere in Italia". Il duro sfogo di Francesco Facchinetti

Negli ultimi anni, Francesco Facchinetti non si è mai limitato nel denunciare ciò che per lui rappresenta un'ingiustizia e ha spesso rivolto appelli, anche con toni duri, alle autorità. L'ultimo episodio risale a poche ore fa, quando il figlio di Roby Facchinetti ha voluto dedicare alcune storie alla denuncia di inghippo normativo che non ha permesso alle forze dell'ordine e di soccorso di raccogliere dalla strada il cadavere del fratello di un suo caro amico.

Michele Garruto era un parrucchiere di Solaro, in provincia di Milano. Nei giorni scorsi è stato vittima di un tremendo schianto in moto lungo una strada provinciale nei pressi di Saronno. Ma dal momento che quella strada corre a cavallo tra le province di Milano, Monza e Como, una volta giunti sul posto per i rilievi e per il ritiro della salma, gli addetti si sono trovati davanti al dubbio sulla competenza di quel preciso tratto di strada. In quel momento sono iniziati i problemi burocratici e sono state necessarie 5 ore per stabilire la competenza territoriale, per la quale è stato richiesto anche l'intervento dei tecnici comunali per la verifica dei mappali. Per tutto quel tempo, in un tragico pomerigio rovente di luglio, il corpo senza vita di Michele Garruto è rimasto riverso sull'asfalto in attesa che venisse determinata una competenza territoriale.

Comprensibile lo sgomento dei familiari e degli amici, tra i quali che Francesco Facchinetti, che ha voluto rendere nota e dare eco mediatica alla notizia: "Ora è a Busto Arsizio sotto sequestro. Il mio caro amico con i genitori non possono vederlo fino a lunedì. In che Paese siamo? Un Paese che ci obbliga a dare più del 50% di quello che guadagniamo e che non ci tutela in nessun modo e per un cavillo burocratico lascia un morto sull'asfalto per 5 ore e non fa in modo che i propri familiari possano vedere la salma perché è sotto sequestro".

Lo sfogo di Francesco Facchinetti è poi proseguito: "Io non voglio più abitare in questo Paese. Mi sento italiano nel dna ma quello che sta succedendo mi fa profondamente schifo. Siamo arrivati al Paese delle bestie. Spero che questo video possano vederlo le autorità competenti e che possano far vedere la salma prima di lunedì al mio amico e a parenti".

Una storia di ordinaria assurdità per l'Italia, spesso imbrigliata nelle sue gabbie burocratiche.

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