Coronavirus

La dura accusa contro One World: Together at Home: "Date i soldi ai medici"

Global Citizen, l'organizzazione che ha messo in piedi il Live Aid del Coronavirus, ha raccolto 128 milioni di dollari per l'Oms: "Perché darli a loro e non a lavoratori e aziende in difficoltà?"

La dura accusa contro One World: Together at Home: "Date i soldi ai medici"

One World: Together at Home è stato il primo mega-evento ai tempi del coronavirus. Il festival, organizzato da Global Citizen in collaborazione con Lady Gaga, ha riunito oltre cento artisti internazionali collegati in diretta da casa e ha raccolto 127,9 milioni di dollari per l'Organizzazione Mondiale della Sanità, impegnata nella lotta contro il Covid-19.

Durante le otto ore di musica live, trasmesse nella notte tra sabato 18 e domenica 19 aprile 2020 da Rai1, Radio2 e diverse piattaforme streaming, il pubblico ha assistito ad esibizioni maiuscole, dai Rolling Stones (da quattro luoghi separati) con You Can't Always Get What You Want a Stevie Wonder con Lean On Me e Love's In Need of Love Today, fino a quelle italiane di Andrea Bocelli e Zucchero. Tuttavia, non sono mancate le critiche, arrivate sui social soprattutto dagli Stati Uniti.

Molti utenti hanno usato Twitter per accusare Global Citizen di aver dato al concerto una smaccata connotazione politica d'opposizione al governo: non è stata invitata la first lady Melania Trump (a differenza di Michelle Obama e Laura Bush) e soprattutto i soldi raccolti sono stati indirizzati tutti all'Oms.

Le critiche social a One World: Together at Home

Nonostante le presenze di – tra gli altri – Elton John, Jennifer Lopez, Céline Dion e Taylor Swift, diversi spettatori americani hanno boicottato l'iniziativa. Sono numerosi i tweet che biasimano Global Citizen e le celebrity coinvolte. "Perché – si legge in uno dei cinguettii – non aiutare i disoccupati e le piccole e medie imprese colpite dal lockdown?". "Certo – aggiunge un altro utente – aiutiamo l'organizzazione che ci ha mentito e che ci costa malattia e morte e non i medici". "Parecchie persone durante questo periodo – scrive un altro user – sono senza una casa, le celebrità no. Potrebbe essere un unico mondo, ma alcuni di noi sono su una zattera travolti dalle onde, altri su una nave da crociera di lusso".

Non è la prima volta che Global Citizen finisce sotto osservazione per le sue iniziative "glamorous". Dal 2015, il movimento che vuole porre fine alla povertà estrema entro il 2030 organizza festival benefici in grandi location (dal Central Park di New York alla Barclaycard Arena di Amburgo) e con star del mondo del pop e del rock.

Un'inchiesta della rivista The Nation ha però sottolineato le partnership messe in piedi con la Banca Mondiale, il Fmi, Citibank, Google e Unilever, che "rischiano di fornire una copertura ai politici e alle aziende piuttosto che renderle responsabili nei confronti dei giovani che hanno davvero a cuore la lotta alla povertà".

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