La critica musicale ti stronca? Allora diventerai milionario

Da Rihanna a Katy Perry a Miley Cyrus, la stampa ha demolito quasi tutti i fenomeni pop. ma poi i dati di vendita (e di incasso...) confermano che piacciono più di quasi tutti gli altri

La critica musicale ti stronca? Allora diventerai milionario

Allora i conti sono presto fatti: sei davvero pop se non piaci alla critica. Lo confermano tutti gli indicatori e a dar man forte sono arrivati anche i dati di Billboard , ossia la bibbia della musica leggera che da almeno quattro decenni incorona o detronizza i fenomeni da classifica. Dunque, ai primi posti tra chi nel 2014 ha incassato di più ci sono tre obiettivi piuttosto frequenti dello snobismo giornalistico. Per dirci, quelli che subiscono le recensioni più sarcastiche, le critiche più pungenti e la generale sottovalutazione di chi si occupa di pop. One Direction: 46 milioni di dollari intascati dopo aver cantato davanti a 3,4 milioni di spettatori, aver venduto 1,3 milioni di album e totalizzato oltre 716 milioni di streaming delle loro canzoni. Cifre da paura. Come quelle di Katy Perry, che arriva a 30,1 milioni, dei quali solo poco più di tre derivano da diritti d'autore. Pure Justin Timberlake è piazzato bene perché quasi 28 milioni di dollari gli sfruttano un terzo posto imprevedibile tanti anni fa quando lasciò la boy band 'N Sync.

E se Bruno Mars, giovane rivelazione per la verità benvoluta dai media, sfiora i 20 milioni di dollari e precede Beyoncé all'undicesimo posto, l'accoppiata Miley Cyrus e Taylor Swift incassa complessivamente 30 milioni di dollari. Detto tra parentesi: Taylor Swift è l'artista mondiale che monetizza meglio le royalties visto che 9,4 milioni dei suoi 13,6 totali dipendono da diritto d'autore e connessi (ben note le sue polemiche contro lo streaming). Insomma, basta dare un'occhiata a questi nomi per rendersi conto che ben pochi di questi primatisti sono stati considerati significativi dalla stampa di settore. La maggiorparte di loro, anche quelli che «resistono» da anni in cima a tutte le classifiche, sono stati sbrigativamente bollati come fenomeni passeggeri, come meteore volatili e pazienza se una o due generazioni cresceranno con la loro musica nel cuore. Persino Britney Spears, una che già dieci anni fa era considerata sul viale del tramonto, si affianca a Lady Gaga nel conteggio degli incassi: 13,1 milioni contro 13,3, praticamente identiche. E le popstar più consolidate? Il più ricco è Billy Joel al quarto posto anche perché ha cantato quasi per un mese al Madison Square Garden totalizzando una quantità di biglietti venduti da far invidia a tutti. E poi, ma questo è un dato tipicamente americano, ci sono gli Eagles, autentica istituzione. Per capirci, sono talmente radicati che il loro Greatest Hits 1971 - 1975 , pubblicato quasi quattro decenni fa, ha venduto l'anno scorso oltre 116mila copie solo negli Stati Uniti. I dischi di tanti esordienti vendono di meno alla prima tiratura, figurarsi. E l'immancabile Paul McCartney? Chi l'ha visto da poco in concerto a Londra conferma che ha bevuto l'elisir di lunga vita e comunque nello scorso anno ha incassato oltre venti milioni di dollari soltanto con il suo giro di concerti negli Stati Uniti. Anche Cher, un'altra che va in testa alla classifica dagli Sessanta, ha portato a casa 16 milioni di dollari nonostante abbia dovuto interrompere il tour per un problema di salute. Cifre impressionanti. O imbarazzanti per tante nuove leve che arrancano con cifre drammaticamente inferiori.

Certo, ci sono exploit come quello dei Motley Crue che al borsino valgono 9,4 milioni. O dei Journey, fermi a quota 9,1 milioni. Ma sono meteore ai piani alti di queste classifiche. A chi ci bazzica abitualmente, come Bruce Springsteen (8,8 milioni, posizione numero 29), spesso bastano pochi concerti negli stadi per raggiungere la top 40 (per l'esattezza 17). Ma lui, come Billy Joel o McCartney, è, come direbbe Arbasino, un «venerato maestro». I veri conquistatori sono i giovanissimi che non superano i trent'anni e generalmente sono stati bastonati dalla stampa. Un segnale importante, anche se non inedito. La musica leggera popolare è il regno della gioventù, spesso incomprensibile a chi ne è ormai uscito. E non stupitevi se Rihanna ha incassato «soltanto» 8,3 milioni di dollari (32esimo posto, con 11.

2 milioni di brani venduti): il suo è un impero trasversale e non sempre riconducibile a lei. Come a dire: ha guadagnato molto di più, ma ha distribuito gli incassi in tante società diverse. Dopotutto, qualche volta anche una popstar è un buon amministratore.

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