Il party che scardina le ipocrisie buoniste

Nel film di Sally Potter un broker cocainomane mette alla berlina femminismo e statalismo

Il party che scardina le ipocrisie buoniste

Metti una sera a cena con una deputata di granitica fede liberal, suo marito intellettuale di mestiere, e un piccolo gruppo di amici riuniti per festeggiare la nomina a ministro ombra della padrona di casa. Più di un film sembra una magnifica prova teatrale che rispetta addirittura le unità aristoteliche l'ultimo film di Sally Potter The party presentato alla Festa del cinema di Roma. Durante la serata Timothy Spall (il marito) fa una rivelazione che altererà gli equilibri del gruppo. Un collaudato espediente per dare fuoco alle polveri di dialoghi sulfurei. Ovviamente servono attori all'altezza. E a fianco di Spall la Potter ha chiamato, tra gli altri, Kristin Scott Thomas (la padrona di casa), Patricia Clarkson e Bruno Ganz. La confezione del film (bianco e nero con una fotografia molto elegante) è la seducente cornice di una pellicola che mette alla berlina l'ideologia molto liberal e post-femminista dei padroni di casa e dei loro ospiti.

Una coppia lesbica in dolce attesa, una ex attivista disillusa, con il suo fidanzato tedesco di professione life-coach, e un giovane broker sono comode maschere per dare il destro alla Potter di sciorinare tutto il peggio del pensiero buonista e progressista: la convinzione cieca cioè che lo Stato debba fare tutto, la superiorità del sesso femminile, la distinzione in classi sociali e soprattutto l'idea che il denaro sia sporco. Ci voleva un giovane broker cocainomane e nevrotico per schiaffeggiare queste radicate certezze. La sua posizione è ovviamente quella della pecora nera. Lui è quello che specula, che fa soldi, che li tocca e li maneggia. Più che al film di Mike Nichols (Chi ha paura di Virginia Woolf), The party fa pensare a Carnage (il film di Polanski, anche questo tratto da una pièce) o meglio ancora al francese Cena fra amici (ispirato anch'esso a un fortunato spettacolo teatrale). La fragilità dei personaggi della Potter, però, è nuova e disarmante. E forse per questo ancor più realistica.

Le confessioni del padrone di casa, le verità nascoste e infine rivelate dagli altri ospiti, e la crisi di nervi del giovane broker, scoperchieranno ipocrisie personali e ideologiche. In un crescendo che il colpo di scena finale trasformerà in una autentica deflagrazione.

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