Cultura e Spettacoli

Pif, avvince il viaggio dall'aldilà a Palermo

di Daniele Luchetti con Pif, Renato Carpentieri, Thony

Che piacevole sorpresa: una Palermo senza mafia. Nel senso che non se ne parla neanche per sbaglio. E sì che il protagonista del bel film di Daniele Luchetti ha per protagonista Pif, al secolo Pierfrancesco Diliberto, che nelle sue due opere da regista si è puntualmente battuto con temeraria veemenza contro la fin troppo onorata società. Ma questa è una commedia, tratta, piuttosto liberamente, da due libri di Francesco Piccolo (Momenti di trascurabile felicità e Momenti di trascurabile infelicità), e Luchetti, che l'ha sceneggiata con lo stesso Piccolo, ha preferito privilegiare gli aspetti surreali della buffa, e per certi versi toccante storia. Dunque, come sempre se ne va al cantiere in motorino il giovane ingegnere Paolo (Pif). E anche stavolta passa l'incrocio col rosso, confidando nella buona sorte oltre che sui tempi lenti di chi sta aspettando il verde. Purtroppo per lui un camioncino lo fa secco e il neo defunto si ritrova nell'anticamera dell'Aldilà.

Un po' come succedeva settantacinque anni fa a Don Ameche nel celebre Il cielo può attendere di Lubitsch. Qui, invece di Belzebù, l'accoglie un solerte burocrate celeste (Renato Carpentieri). Due rapidi calcoli e l'impiegato si accorge che al poveretto sono stati indebitamente sottratti novantadue minuti di vita. Quanto basta per rispedirlo sulla Terra per riaggiustare le pendenze con l'amata, pur se pluritradita, moglie Agata (la sempre più brava Thony) e i due bambini. Ebbene Paolo, riannodando i fili del passato, si rende conto che la sua esistenza è stata costellata, appunto, da piccoli, trascurabili, attimi di felicità. Un film tenero e garbato, pieno di sottile umorismo, guidato dalla voce narrante del misuratissimo Pif. Spesso roso dal dubbio attorno a quesiti tutt'altro che essenziali. Tipo: «La luce del frigo si spegne davvero quando lo chiudiamo?».

Perplesso anche sulla robustezza del suo amore, se sussurra: «Ti penso sempre, ma non tutti i giorni».

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