Pinot, Italo Calvino e il punk dei Ramones, questo l'incipit glamour della Fiera

Kerbaker maestro di cerimonie. Poi De Bortoli dà il via alle letture con Eco

Pinot, Italo Calvino e il punk dei Ramones, questo l'incipit glamour della Fiera

L'incipit più difficile non è mai quello del primo libro. Ma del secondo. E prima di scriverlo, «Tempo di libri», alla sua seconda edizione, si è preso un anno per pensarlo. Poi l'ha scritto insieme a qualche centinaio di persone - diciamo 300, forse più - molti intellettualvip, tanta gente comune, lettori di ieri e di domani, ma soprattutto molti ragazzi, per fortuna nessun politico, editori e giornalisti, che non mancano mai. Soprattutto quando non servono.

Si scrive Incipit, si legge festa d'inaugurazione dell'orgogliosa Fiera Internazionale dell'Editoria, il salone del libro di Milano, l'appuntamento culturale così atteso in città che oggi, per l'apertura, si rischia lo sciopero dei mezzi pubblici. I vertici del Salone - l'Associazione italiana editori e Ente Fiera - sono terrorizzati. Non si sa bene il livello di adesione. Ma il livello d'ansia è alto. Come primo giorno, si parte in salita. Intanto, ieri sera si è scesi. In campo. Per la festa d'apertura.

Benvenuti a Fieramilanocity, Gate 3 di viale Scarampo, dentro i Padiglioni 3 e 4, dove da stamattina si inizierà a correre, leggere, comprare, ascoltare, presentare... Ma, prima, si fa festa. La colonna sonora - non sappiamo quanto beneaugurante - passa dai Ramones al tema del Padrino fino a Sympathy for the Devil dei Rolling Stones. Brividi. Maestro di cerimonie, il direttore di «Tempo di libri», Andrea Kerbaker. Si comincia.

E dato che è un incipit, la festa incomincia con la lettura pubblica - sul piccolo palco, Ferruccio De Bertoli - di Chi ben comincia di Umberto Eco (tra gli ospiti la vedova e il figlio), celebre introduzione di Era una notte buia e tempestosa di Giacomo Papi, e poi via agli studenti (150) che interpretano le prime frasi di romanzi che hanno fatto la storia della letteratura.

Era una sera piovigginosa ma non buia, ieri a Fieramilanocity. Il primo incipit letto, dopo l'introduzione di Kerbaker (la Vita nova di Dante) è di un ragazzo, dal Diario di Anna Frank, il più scontato della storia dei libri. L'ultimo è il più bello: «Chiamatemi Ishmael», dal Moby Dick. In mezzo De Musset, Via col vento, D'Annunzio, Calvino naturalmente, ma anche Poe, Woody Allen, Il serpente piumato, Le confessioni di Rousseau, Camera con vista, D'Azeglio, Henry James, Pirandello, Benedetto Croce, Da qui all'eternità, Borges, Kafka, Giuseppe Pontiggia. A ognuno il suo.

Si beve Pinot Grigio e Verduzzo delle Venezie, «Masianco» di Masi. Poi c'è il «Buono omaggio» valido per una consumazione. Dopo comincia il giro delle strette di mano. Ricordate Fantozzi nella baita di Courmayeur? «Piacere...

fratelli Gancia, Donna Folonari, il barone Ricasoli, il marchese Antinori, i Serristori, i Branca e i Moretti, quelli della birra...». Qui ci sono meno etichette, ma più copertine. Ma è lo stesso. «Piacere.. Luca De Michelis, Stefano Mauro, Barbara Hoepli, Francesca Archinto...». E per il resto, Buon tempo di libri a tutti.

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