Il potere e il deserto. Il divo Harry Styles in un mondo perfetto e inquietante

È l'anno del trionfo delle star maschili alla Mostra, almeno a usare come metro di paragone le centinaia di ragazze, ma non solo, che hanno presidiato anche ieri, dall'alba, il Red Carpet dove in serata ha sfilato Harry Styles

Il potere e il deserto. Il divo Harry Styles in un mondo perfetto e inquietante

È l'anno del trionfo delle star maschili alla Mostra, almeno a usare come metro di paragone le centinaia di ragazze, ma non solo, che hanno presidiato anche ieri, dall'alba, il Red Carpet dove in serata ha sfilato Harry Styles. L'ex cantante della band One Direction è il protagonista del thriller distopico Don't Worry Darling, in uscita con Warner il 22 settembre, diretto dalla compagna Olivia Wilde che è anche attrice nel film. Ma tutti i cartelli erano solo per lui: «Sei il mio unico motivo di vita» c'era scritto sul cartello di una ragazza a cui lui ha risposto con commozione in conferenza stampa: «Se vedete quella ragazza, salutatela da parte mia». Il ventottenne cantante britannico, oggi solista, ha iniziato a prendere la mano con il cinema dopo che Christopher Nolan, nel 2017, l'ha chiamato per Dunkirk seguito da Eternals, il Marvel di Chloé Zhao: «Mi piace sia cantare che recitare ha detto entrambe le professioni sono belle e divertenti. Mi piace essere presente in questi due mondi e sono sicuro che ci saranno delle nuove opportunità anche nel cinema. Ma ora francamente non lo so cosa accadrà».

In Don't Worry Darling interpreta Jack che vive con la moglie Alice (Florence Pugh) nella comunità idealizzata di Victory, una città aziendale sperimentale per gli addetti di un progetto top-secret di «sviluppo di materiali avanzati». La vita è perfetta, con tutti i bisogni dei residenti soddisfatti dall'azienda. È il riflesso dell'ottimismo della società degli anni Cinquanta, propugnato da Frank (Chris Pine), a metà tra un amministratore delegato e un coach motivazionale. L'unica regola è di non spingersi oltre la città di Victory che sta in mezzo al deserto. Ma Alice, quando vede apparire delle crepe nella loro vita idilliaca, inizia a chiedersi che cosa esattamente stiano facendo a Victory e perché. «Questo film racconta Olivia Wilde è la mia lettera d'amore a quel cinema che supera i confini della nostra immaginazione. È ambizioso, ma penso che abbiamo realizzato qualcosa di molto speciale e di attuale perché non finirà mai l'idea di controllare il corpo di qualcuno. È un film sul potere e sull'abuso del potere. Abbiamo iniziato il film nell'era di Make America Great Again, mettendo in discussione il suo significato. Spero che provochi conversazioni e faccia riflettere le persone. Vorrei che fossimo tutte ispirate da un'eroina come il personaggio di Alice che è una rivoluzionaria pronta a sacrificare tutto per fare la cosa giusta. Questo è il supereroe che voglio vedere».

Come anticipato da Variety però, ieri alla conferenza stampa, non si è presentata la protagonista assoluta del film, Florence Pugh. La versione ufficiale, per smentire le voci che parlano di grandi frizioni con la regista sembra anche per una lamentela dell'attrice sulla differenza di trattamento economico con Harry Styles è che sia arrivata in tempo dal set del sequel di Dune a Budapest solo per la proiezione di gala in anteprima mondiale in Sala Grande. Olivia Wilde non si sottrae alla risposta: «Come per tutti gli infiniti pettegolezzi dei tabloid, di cui internet si autoalimenta, non sento il bisogno di contribuire. Florence è una forza e siamo profondamente grati che lei riesca a essere qui anche se sta girando». Anche Harry Styles vuole dire la sua sulla questione: «La cosa più importante per me è la famiglia, gli amici, le persone con cui scegliamo di stare e che ci influenzano più che i media o i social. Sono estremamente grato a tutti quelli che mi hanno aiutato e a tutti quelli che mi sostengono con il loro affetto. E spero con il mio lavoro di poter ripagare la fiducia e l'affetto che ricevo».

Le polemiche intorno al film, prima dell'uscita, non sono mancate nei giorni scorsi. Prima con le dichiarazioni della regista che ha rivelato di aver dovuto licenziare il primo interprete pensato per il film ossia Shia LaBeouf. Ne è seguita una lunga e dettagliata risposta dell'attore, peraltro qui al festival per Padre Pio di Abel Ferrara, in cui ha confermato di essere stato lui a lasciare il set perché «io e gli altri attori non riuscivamo a trovare il tempo per provare».

Infine è arrivata la censura sul trailer da parte della Motion Picture Association che ha fatto eliminare alcune sequenze hot di sesso orale: «Viviamo ancora in una società molto puritana aveva dichiarato la regista soprattutto quando si tratta di piacere femminile».

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