In "Poveri ma ricchissimi" la cronaca recente diventa parodia da ridere

Nel film il regista Brizzi c'è solo nei titoli di coda. De Sica: "Ha deciso lui di non fare promozione"

In "Poveri ma ricchissimi" la cronaca recente diventa parodia da ridere

Diciamo subito che il nome di Fausto Brizzi compare sia come regista che come sceneggiatore sui titoli di coda di Poveri ma ricchissimi in uscita in oltre 500 schermi giovedì prossimo distribuito da Warner Bros. che, dopo lo scandalo delle molestie denunciato da Le iene, ha cancellato l'autore romano da qualsiasi «attività relativa alla promozione e distribuzione». «In realtà - spiega Christian De Sica che torna a vestire i panni del capofamiglia dei Tucci arricchiti e cafoni - quella di non apparire è stata una scelta ben precisa di Fausto Brizzi. È da quando abbiamo girato il film che non lo vedo». Mentre qualche settimana fa, intervistato dal Giornale, aveva aggiunto: «Brizzi è un tipo così minuto che, se lo tocchi, casca per terra. Di solito a molestare erano i produttori brutti, lui è un bel ragazzo educato».
Una strategia comunque vincente dal momento che il temporaneo ritorno a vita privata di Fausto Brizzi (con tanto di foto del settimanale Chi con il regista al parco con la figlia) ha fatto sì che non si tornasse a parlare troppo delle accuse di più di dieci donne di molestie sessuali avvenute quasi sempre alla fine delle giornate di provini che il regista teneva nel suo loft romano. Chissà se tutto questo ha pesato pure sulla decisione di non iscrivere Poveri ma ricchissimi ai prossimi premi David di Donatello (il film non compare tra quelli elencati sul sito e al telefono la segreteria del premio risponde di aver pure sollecitato l'iscrizione, visto che i termini di presentazioni sono scaduti lo scorso 10 dicembre, senza però ottenere risposta).
Naturalmente, guardando con il senno di poi Poveri ma ricchissimi, che è il sequel del fortunato - con quasi 8 milioni di incassi - Poveri ma ricchi dello scorso anno (a sua volta remake del successo francese Les Tuche), alcune battute assumono immediatamente una valenza metacinematografica. Come quando si sente dire «Nessuno mi può pregiudicare» oppure quando il bel tenebroso, interpretato da Massimo Ciavarro, porta al secondo piano del suo loft una malcapitata Lucia Ocone e le fa firmare un documento con «obbligo di riservatezza» prima di una serata ad alto tasso erotico in versione bondage parodia di Cinquanta sfumature di grigio. Insomma, l'avrete capito, il tenore della sceneggiatura, a cui hanno collaborato anche Marco Martani, Luca Vecchi, Fabio Guaglione e Fabio Resinaro (i registi del sorprendente esordio Mine), si gioca tutto sulla riproposizione della cronaca recente in chiave parodistica (ma c'è anche l'ennesima battuta sul Bunga bunga). Così ecco la Brexit a fare da falsariga al plot che vede la famiglia Tucci ritrovare i soldi che avevano vinto alla lotteria nel primo episodio e, nel tentativo di trovare un modo di pagare meno tasse, indire un referendum per dichiarare il paesino di Torresecca un Principato indipendente. Ottenuta la «Brexit ciociara» ecco che il capofamiglia Danilo Tucci si rifà il look con la pettinatura simil Donald Trump mentre la «fister» Lady interpretata da Lucia Ocone rimane più legata alle sue origini un po' cafone. L'idea dei capelli di Trump - svela Christian De Sica - è venuta a me. Spero che possa servire al film per ripetere il successo del primo episodio grazie a cui ho vinto il mio trentesimo Biglietto d'oro». In attesa di sapere se il pubblico premierà il film, quello che è sicuro è che gli spettatori si troveranno immediatamente in sintonia con questo nuovo Principato che fa andare ai matti, per concorrenza sleale, il presidente del Consiglio italiano (Dario Cassini) visto che non si pagano le tasse, si possono prendere a pedate gli ausiliari del traffico, se si vota al referendum il sì vuol dire sì e il no no, i medici devono scrivere le ricette in stampatello e per la moneta si torna alla lira. Come presidente del Consiglio del Principato dei Tucci ritroviamo Marcello (Enrico Brignano) che è il fratello della First Lady e la cui moglie (Lodovica Comello) è in dolce attesa oltre a dover ospitare il padre uscito per l'ennesima volta dal carcere (un bel ritorno di Paolo Rossi). A completare la strana famiglia la rediviva nonna Nicoletta (Anna Mazzamauro), Tatiana (Federica Lucaferri) la figlia della coppia principesca formata da Christina De Sica e Lucia Ocone, insieme alla new entry di Chloe (Tess Masazza) che si dichiara figlia di Danilo Tucci ai tempi in cui faceva il bagnino a Rimini.


A proposito di Christian De Sica, nei titoli di coda appare anche la scritta della sua collaborazione alla sceneggiatura: «In realtà l'ho sempre fatto, come attore comico contribuisco alle battute, solo che Aurelio De Laurentiis non metteva mai il mio nome nei cinepanettoni», commenta l'attore che in questi giorni sta scrivendo la sua nuova commedia da regista.

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