Benvenuto sia l'anziano ma eternamente evergreen Giacomo Casanova galante avventuriero per definizione, incantevole gentiluomo settecentesco dalla scrittura eccentrica e preziosa che è stato tramutato in un nuovo Orlando Furioso. Ossia in quell'innamorato dell'amore che, fino alla morte sarebbe stato pronto, come ce ne parlò Hermann Hesse, a collaudare la formula per vincere al tavolo da gioco. Per non parlare di Hofmannsthal che nell'Avventuriero e la cantante ce lo presenta nei panni di un barone olandese. Ora Ruggero Cappuccio, dentro un habitat che per minimi tocchi si rifà a un limbo impossibile da esorcizzare, ce lo ricrea in uno stile sorvegliato esaltato di un'inclinazione squisitamente romantica. Trasformando il Cavaliere di Seingalt grazie a un pathos elegante e visionario in una sorta di Cadavere Squisito che sarebbe piaciuto a Breton. Dentro una scena fatta di corolle purpuree tra cui veleggiano ben cinque bellissime vittime dei furori erotici del nostro trapassato. Ma è veramente morto o recita soltanto il proprio finale di partita? Un quesito che nessun commediografo si è preoccupato di indagare. Se non per qualche vaghissimo indizio, come ora procede in via tra giocosa e sofisticata Cappuccio. Una bella serata cui concorre in modo predominante un attore di incantevole sensibilità e superiore incantamento come Roberto Herlitzka.
Un grande che, con suadente ironia, evoca come in uno specchio di rifrazione il ritratto di un uomo troppo intelligente per esser preso sul serio.CASANOVA - di Ruggero Cappuccio Regia di Nadia Baldi, con Roberto Herlitzka e il coro. Milano, Teatro Franco Parenti, poi in tournee.
di Enrico Groppali
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