Il nuovo Dracula di Chiara Valerio risucchia il lettore in un pozzo di ovvietà

Il protagonista del romanzo è un vampiro che lavora in ospedale. Ci sono riflessioni su tutto: umanità, capitalismo, evoluzione...

Il nuovo Dracula di Chiara Valerio risucchia il lettore in un pozzo di ovvietà
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«Guarda che è un pozzo di scienza», mi dice il mio amico grande neuroetologo a proposito di Chiara Valerio. «E che ne ha fatto di questo pozzo di scienza? Ci sono pubblicazioni scientifiche?». «No, ma ci ho parlato». Non nomino il mio amico neuroetologo per non creare casini con il pozzo (tanto lo sanno tutti che è Vallortigara). Io non ci ho mai parlato, una volta l'ho chiamata dopo aver letto il saggio La matematica è politica per chiederle se lo avesse scritto sotto hashish (con risultati diversi dalla mia amica Barbara Alberti, che sotto hashish ha scritto un capolavoro come Delirio) ma ha lanciato un urletto e ha detto «Massimiliano Parente? Ma scherziamo?» e clic. La stessa cosa che ha fatto la Murgia quando l'ho chiamata, la stessa frase, devono essersela passata le femministe, che sono un'unica entità, un unico potere, un unico cervello, stupendo.

Tuttavia ho letto ugualmente il suo ultimo romanzo, Così per sempre, edito da Einaudi (pagg. 464, euro 22), anche perché mica mi perdo un pozzo di scienza. La storia parla di Dracula ai giorni nostri, che si chiama Giacomo Koch e fa l'anatomopatologo al Fatebenefratelli, che ha un gatto, anch'esso vampiro, che si chiama Zibetto, e un odio-amore per un'altra vampira, Mina (lo so, sembra la trama di un film di Lillo e Greg ma è tutt'altra cosa, però fa ridere lo stesso). Romanzo molto gotico, vampirosissimo, ma pieno di scienza, perché Giacomo è la proiezione vampiresca del pozzo della Valerio.

Imperdibili riflessioni politiche anticapitaliste (sennò mica lo pubblicava Einaudi, Silvio lascia liberi tutti), tipo che le democrazie occidentali riducono tutto a merce (mai sentita eh?), e che «il binarismo di genere serviva a questo. Con due soli simboli M e F, il capitale programmava la specie così come con due soli simboli 0 e 1 programmava le macchine calcolatrici». Chissà se il pozzo di scienza ha letto i libri del mio amico neuroetologo, dove spiega che il sesso biologico è binario, e il binarismo non l'ha inventato il capitalismo (casomai sono le dittature a aver soppresso ogni identità sessuale).

In ogni caso nel pozzo ci sono un sacco di pensieri sugli esseri umani a cui nessuno ha mai pensato. Per esempio che «tutti gli esseri umani amano, se l'amore è la possibilità e il gesto di connettere, legare e legarsi. Tutti gli esseri umani pensano, se pensare è la possibilità di risolvere problemi, ma il linguaggio e il desiderio sono legati al tempo e solo a esso appartengono gli esseri umani». Dove si vede l'influenza, più che del mio amico neuroetologo di cui non dico il nome, di Massimo Recalcati.

Per la verità, più che del neuroetologo o di Virginia Woolf, come vorrebbe Valerio Dracula, letterariamente, si sente molto l'influenza di Mauro Corona nelle similitudini: «Il tempo ha le spire, come i serpenti», gatti «stesi su un fianco come tigri, zampe allungate avanti e coda dritta dietro, accovacciati come galline», un rombo «come di una talpa gigante, o un tasso, che avanza nelle viscere della terra», la pelle dorata «come una foglia d'autunno», le gondole a Venezia «numerose e nere come cornacchie», donne con «le guance rosse come ciliegie marce» (ma che «il gattino che già aveva aperto gli occhi, rossi come rubini, come ciliegie»), le automobili sull'autostrada «come insetti colorati» mentre «i poveri, i disperati, gli storpi e la servitù erano come i piccioni».

Ci sono, nel pozzo di questa scrittura senza limiti che non siano quelli della Valerio (la migliore, comunque, tra tutte le femministe), considerazioni ambientali notevoli. Per dire, a Dracula «i laghi non erano mai piaciuti. L'acqua stagnante nemmeno. Se in una città c'è un lago si finisce per guardare solo quello. I fiumi scorrono, il lago sta». Sono rimasto folgorato da questa agnizione. I fiumi scorrono, il lago sta. Io sempre convinto che i laghi scorressero, e i fiumi stessero, e che Eraclito si fosse sbagliato.

In ogni caso la Valerio dal pozzo tira fuori tutto, anche che «la vita umana è contro natura, gli esseri umani camminano in piedi e hanno un sistema circolatorio che, pur obbedendo alla gravità non le soggiace, costruiscono case che sono loro propaggini e che, ancora, sfidano la gravità». Qui il pozzo spazza via pure Darwin e l'evoluzionismo, non un processo durato cinque milioni di anni per arrivare a camminare eretti, ma così, di botto, ci siamo alzati, contro natura.

Quanto allo sfidare la gravità, Valerio Dracula non cita le giraffe, tantomeno i brachiosauri vissuti centocinquanta milioni di anni fa, si saranno estinti perché schiacciati dalla gravità, le giraffe non si sa come stanno su, contro natura. Questo potrebbe essere il prossimo libro della Valerio, Perché le giraffe stanno su, e se scopre questo mistero potrebbe vincere non lo Strega ma il Nobel.

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