Cultura e Spettacoli

Pure i Simpson devo essere politicamente corretti

Critiche per il personaggio di Apu dei Simpson

Pure i Simpson devo essere politicamente corretti

Clamoroso a Springfield: i Simpson fanno flop. E lo fanno nell'unica occasione in cui cercano di fare i bravi. Perché semplicemente non è mestier loro.

I Simpson, si sa, è una serie a cartoni nata nel 1989 dal genio di Matt Groening. Ne sono state realizzate in 29 stagioni oltre seicento puntate. Animate da personaggi gretti, meschini, insopportabili, pigri, polemici, scansafatiche, ignoranti. Insomma, come tutti noi. E per questo (ci) piacciono.

Ma i Simpson da qualche tempo hanno un problema. E si chiama Apu. È uno dei personaggi secondari, un commerciante indiano che secondo i bempensanti perpetua intollerabili stereotipi nei confronti degli immigrati: parla un pessimo inglese, vende merce scaduta, è ipocritamente servile, truffa i clienti appena può (quindi quasi sempre). Ma se la matita di Groening se la prende con i vizi dell'homo occidentalis pingue, viziato, petulante e narcisista ci scompisciamo. Se invece riserva lo stesso trattamento a chi ha il colore della pelle più scuro, ci indigniamo. In particolare al caso di Apu si è applicato con dedizione tale Hari Kondabolu, comico di origini indiane che da tempo sostiene che si tratti di personaggio offensivo per l'intera comunità indiana d'America. Anzi per l'intera comunità di immigrati. Anzi, per tutti. Mister Kondabolu ha anche realizzato un documentario uscito nel 2017, Il problema con Apu. Non sappiamo se faccia ridere o no. Sappiamo che ha suscitato abbastanza scalpore da spingere Groening a far ammenda.

Così lo scorso 8 aprile è andata in onda la puntata intitolata No Good Read Goes Unpunished. Marge Simpson legge a Lisa (il personaggio più politicamente corretto della serie) un vecchio libro pieno di stereotipi che corregge goffamente. E la chiusa di Lisa è ambigua: «Certe cose che un tempo venivano considerate inoffensive, ora sono politicamente scorrette. Cosa possiamo fare?». Poi compare una foto di Apu, con scritto «Don't have a cow» («non avere una mucca») che dovrebbe significare: «Stai rilassato». Ma il riferimento alla mucca, animale rituale indiano, viene considerato un nuovo utilizzo di stereotipo.

Insomma, cari Simpson, la toppa è peggiore del buco. Con tutto il rispetto per le toppe, si intende.

E per i comici.

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