Cultura e Spettacoli

Quando la melodia racconta la storia «ebrea»

Musica per vivere è una divisa di vita. È anche il titolo di un concerto che all'Auditorio di Milano (Alessandra Sonia Romano, violino e Bruno Canino, pianoforte) ha presentato nella Giornata della Memoria opere di compositori ebrei (Felix Mendelssohn) o legate all'anima ebraica (le bellissime melodie ebraiche di Maurice Ravel), e soprattutto una rarità, Bal Shem, del compositore svizzero naturalizzato americano Ernest Bloch, figura molto autorevole prima e dopo le guerre mondiali di cui sopravvivono solo alcuni lavori più apertamente ispirati alle radici etniche. L'ottimo violino adoperato per questo concerto è quello ottocentesco appartenuto a una ragazza ebrea torinese, Eva Maria Levi, che lo affidò come la sua anima al fratello, scampato al campo di concentramento di Auschwitz. A tutte le donne prigioniere e deportate, internate e assassinate nei lager nazisti e giapponesi e nei gulag russi, musiciste o dilettanti, poetesse, suore, infermiere, madri e figlie, è dedicato il concerto «Libero è il mio canto», che dopo il grande successo all'Auditorio di Roma sarà trasmesso da Rai5 nella prima serata di oggi.

«Musiche, tornate alla luce grazie al lavoro di Francesco Lotoro» che raccontano «attraverso ninna nanne, melodie popolari, incitazioni a resistere, denunce delle crudeltà delle kapò, nostalgia della propria casa e del proprio paese, la storia delle prigioniere e la loro umanità nel drammatico panorama dello sterminio nazista e delle efferate detenzioni sovietiche e giapponesi».

Commenti